Entropic lancia Claude 2.1, che consente domande con molto più contesto e commette meno errori nelle risposte
ChatGPT è il chatbot IA più famoso e popolare del mondo, ma non è l’unico strumento per interagire con l’intelligenza artificiale (ecco un elenco delle migliori app).
La startup Entropic, sostenuta da Google e fondata da ex ingeneri di OpenAI non contenti con l’indirizzo sempre più commerciale dell’azienda, ha infatti creato il suo strumento proprietario, Claude, che ora si è aggiornato alla versione 2.1 e promette meno “allucinazioni”, oltre alla possibilità di creare molto più contesto.
Nelle note di rilascio, Entropic afferma infatti che con Claude 2.1 ora raddoppia la quantità di informazioni gli utenti possono trasmettere al chatbot. Questo si traduce in un nuovo limite di 200.000 token (una prima volta per il settore, secondo Entropic, e molto più alto dei 32.000 token di GPT-4), ovvero circa 150.000 parole o oltre 500 pagine di materiale.
Ovviamente non stiamo parlando di prompt semplici, ma di una soluzione dedicata agli utenti Pro, che possono ora caricare una documentazione tecnica come intere basi di codice, rendiconti finanziari o anche opere letterarie come L’Iliade o L’Odissea.
In questi contesti, Claude è in grado di riassumere, eseguire domande e risposte, prevedere le tendenze, confrontare più documenti e molto altro.
Inoltre Claude 2.1 ha la metà delle allucinazioni rispetto a Claude 2.0, il che consente di utilizzare lo strumento per risolvere problemi aziendali concreti e implementare l’intelligenza artificiale nelle operazioni aziendali con maggiore fiducia e affidabilità. Entropic afferma di aver testato il chatbot per distinguere le affermazioni errate dalle ammissioni di incertezza, ovvero “Non lo so”, ottenendo i risultati appena descritti.
Tra le altre novità, Claude 2.1 offre una nuova funzionalità beta che include la possibilità di effettuare ricerche dal Web, utilizzare diverse funzioni o API definite dagli sviluppatori e recuperare informazioni da diverse fonti.
Gli utenti possono quindi definire un insieme di strumenti che Claude potrà utilizzare per specificare una richiesta, poi il modello deciderà quale strumento è necessario, come utilizzare una calcolatrice, trasformare le richieste in linguaggio naturale in chiamate API strutturate, rispondere alle domande cercando nei database o utilizzando un’API di ricerca web, connettersi a set di dati dei prodotti per formulare raccomandazioni e aiutare gli utenti a completare gli acquisti e utilizzare API private per effettuare altre azioni semplici.
Infine, due novità particolarmente interessanti. La prima è la nuova finestra di test per provare i prompt, il che sarà utile per gli sviluppatori per accedere alle impostazioni e ottimizzare il comportamento di Claude, oltre a poter creare più richieste e spostarsi tra progetti diversi, con la possibilità di salvare le revisioni.
La seconda è che il chatbot ora supporta anche istruzioni personalizzate e persistenti, che, come avviene con GPT-4, significa che si può personalizzare il chatbot per rispondere in modi specifici o con personalità specifiche.
Claude 2.1 è disponibile da ora nell’API e nell’interfaccia di chat su claude.ai, sia per il livello gratuito che per quello Pro, mentre l’utilizzo della finestra di contesto del token 200K è riservato all’utente Claude Pro.