Un’Italia che viaggia a doppia velocità e che vive a metà tra nuove e vecchie abitudini. Questa potrebbe essere l’impressione di un osservatore imparziale che vorrebbe esprimere un giudizio sul grado di digitalizzazione e di utilizzo della moneta elettronica nel nostro Paese.
Da un lato, infatti, rimaniamo tra i principali paesi europei per utilizzo del contante con oltre 200 miliardi di euro tra banconote e monete circolanti. Dall’altro, mostriamo evidenti segnali di crescita nell’utilizzo di strumenti finanziari digitali e di moneta elettronica.
In Italia, infatti, ogni 100 euro di transazioni 86 sono ancora effettuate in contanti (dati Comitato per la sicurezza finanziaria). Parallelamente a questo fenomeno, che vale sempre di più per spese di piccola entità, cresce esponenzialmente l’utilizzo della moneta elettronica e, quello che è ancora più significativo, questa crescita è trainata in particolare dagli strumenti di pagamento più innovativi. L’Italia è ancora indietro rispetto ai paesi più avanzati, però, è innegabile un netto cambiamento rispetto al passato. Tanto è vero che l’incremento, negli ultimi anni, è avanzato con un tasso medio del 10% annuo, arrivando nel 2018 ai 240 miliardi di euro transati, pari al 36% del totale. Secondo le previsioni dell’Osservatorio Payments del Politecnico di Milano, poi, nel 2021, questa cifra dovrebbe arrivare a toccare i 300 miliardi di euro. Sistemi innovativi e e-commerce trainano il movimento che l’anno scorso ha raggiunto gli 80 miliardi di euro, cinque volte più del 2014.
I consumatori sono attratti dalle numerose iniziative incentivanti che vanno dal netto miglioramento della user experience alla possibilità di godere di un cash back sugli acquisti effettuati. Tutte misure che potrebbero accrescere l’utilizzo dei pagamenti elettronici abbinate alle iniziative che l’esecutivo ha in cantiere di attuare a partire dalla manovra 2020.
La cosa più importante, infine, è racchiusa proprio nella crescita marginale annua significativa della moneta elettronica, che evidenzia i segnali di una nuova presa di coscienza e di un (per ora parziale) cambiamento culturale negli italiani che sembrano aver imboccato la strada del cambiamento e della modernità.