“Il DDL Made in Italy è il primo vero intervento organico in materia di protezione del “marchio Italia” nel mondo: mette in relazione tutti gli asset su cui si fonda il patrimonio produttivo italiano e riconosce il ruolo strategico dei Marchi Storici.” Commenta così Massimo Caputi, Presidente dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, intervenendo in audizione presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del DDL Made in Italy. “Si rendono necessarie, tuttavia, alcune modifiche: bisogna migliorare il Fondo Salvaguardia Imprese, consentendo l’accesso alle aziende Marchio Storico anche per l’espansione e lo sviluppo, e garantire la rivalutazione gratuita del Marchio Storico così da incentivare le aziende a incrementare il valore patrimoniale del loro know how valorizzando i propri asset immateriali e rafforzandosi in ottica di mantenimento delle attività produttive e del capitale umano sul territorio nazionale. È necessario inoltre rivedere il credito di imposta per gli investimenti in pubblicità e per la digitalizzazione degli archivi storici d’impresa per fare di questi degli straordinari serbatoi per la valorizzazione dell’heritage. Queste realtà storiche devono essere preservate da fenomeni di screditamento e imitazione che danneggiano il vero Marchio Italiano, alla luce anche delle numerose acquisizioni, negli ultimi anni, di Marchi di eccellenza da parte di grandi gruppi stranieri.”
L’introduzione di misure rafforzative del comparto dei Marchi Storici è legata alla centralità del settore: ad oggi, sono 437 le imprese e 600 i Marchi Storici iscritti al Registro dell’Uibm-Mimit, per un fatturato di oltre 40 miliardi di euro e circa 65 mila addetti. Prossimo appuntamento fissato per il 15 aprile, giorno in cui si tiene la Giornata nazionale del Made in Italy: un’occasione di divulgazione che si propone di incrementare presso la popolazione la consapevolezza del contributo dei Marchi Storici alla storia economica, civile e democratica del Paese.