di Eleonora Tomassi
Proclamato “padrino dell’intelligenza artificiale”, il 75enne vincitore del ‘premio Turing’ Geoffrey Hinton, si unisce a molti altri pionieri della tecnologia e mestieranti conosciuti del settore, nel mettere in guardia dagli impatti e le conseguenze dell’intelligenza artificiale. Secondo il New York Times, Hinton è stato in parte responsabile dello sviluppo della tecnologia A.I. (dall’inglese: “artificial intelligence”) utilizzata dalle più grandi aziende del settore tecnologico. Lunedì scorso Hinton, dipendente decennale di Google, ha twittato: “Nel NYT di oggi, Cade Metz insinua che ho lasciato Google per poterla criticare. In realtà, me ne sono andato per poter parlare dei pericoli dell’intelligenza artificiale senza considerare come quest’ultimo ne avrebbe potuto impattare. Google ha reagito in modo molto responsabile”.
Inizialmente Hinton riteneva mancassero 30-50 anni al raggiungimento dell’idealistico “punto del non ritorno” nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma ora afferma: “Non lo penso più”. Inoltre ha dichiarato quanto una parte di lui rimpianga di aver contribuito allo sviluppo dell’I.A. e che questa potrebbe un giorno sostituire definitivamente il capitale umano nella forza lavoro e contribuire spietatamente alla diffusione di disinformazione. Hinton ha dichiarato al New York Times: “Mi consolo con la solita scusa: se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro”.
Il New York Times riporta: “Fino all’anno scorso – dice Hinton – Google ha agito come un “amministratore corretto” della tecnologia, attento a non rilasciare nulla che potesse causare danni. Ma ora che Microsoft ha potenziato il suo motore di ricerca Bing con una chatbot, sfidando il core business di Google, quest’ultimo sta ora correndo per implementare lo stesso tipo di tecnologia. I giganti del settore sono oggi tutti impegnati in una competizione che potrebbe presto diventare impossibile da fermare. La sua preoccupazione sull’immediato è che Internet venga inondato di foto, video e testi tutti falsi e che l’essere umano medio sarà sempre meno in grado di capire e distinguere il vero dal finto. “È già qui il problema, è oggi!”. Ed è anche peggio di “foto, video e testi falsi”, ha ribadito Hinton.
A febbraio, un noto streamer e ‘gamer’ di Twitch, che si fa chiamare “Atrioc”, è stato beccato a guardare un deepfake porno di una sua collega, anch’essa gamer di Twitch, “QTCinderella”. La donna, chiaramente turbata, ha twittato il giorno seguente: “La quantità di dismorfismo corporeo che ho sperimentato e vissuto dopo aver visto quelle foto mi ha rovinata. Non è così semplice come ‘solo’ essere violati. È molto di più”.
Il mese scorso, alcuni giornali americani hanno parlato di una petizione aperta, già firmata da diversi magnati della tecnologia, che chiede la sospensione almeno temporanea dello sviluppo delle I.A. “fin quando saremo certi che i loro effetti saranno solo positivi e i loro rischi almeno gestibili”. La petizione vede firme come: Elon Musk, Steve Wozniak, l’amministratore delegato di ‘Stability.AI’ e già oltre migliaia di altri leader del mondo della tecnologia.