Nella giornata del 22 giugno 2023 la Banca d’Italia ha promosso il significativo convegno dal titolo “Le donne, il lavoro e la crescita economica” , nel corso del quale è stato presentato anche il il Rapporto “Women, labour markets and economic growth” .
L’incontro è stato introdotto dalla Vice direttrice generale della Banca d’Italia dott.sa Alessandra Perrazzelli insieme alla Ministra Eugenia Maria Roccella.
Nel corso dell’evento è stato presentato e discusso il Rapporto conclusivo del progetto Bankitalia sulle tematiche di genere avviato nel 2020, che ha coinvolto circa 30 ricercatori (con 20 lavori di ricerca).
In Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro è inferiore di quasi 13 punti percentuali rispetto alla media UE. Tra le donne più giovani è circa il 66%, uno dei valori più bassi in Europa, e “non ne ha beneficiato la natalità, che – precisa la VDG – nelle economie avanzate tende ad essere positivamente correlata con la partecipazione femminile al mercato del lavoro”. Politiche che mirino a chiudere nei prossimi dieci anni il divario nei tassi di partecipazione rispetto all’Europa potrebbero attenuare significativamente gli effetti derivanti dall’invecchiamento della popolazione.
Mediamente le retribuzioni orarie percepite dalle donne sono più basse dell’11% rispetto agli uomini. I differenziali di genere si accentuano nel corso della vita lavorativa, soprattutto dopo la nascita dei figli ChildPenalty La probabilità per le donne italiane di non avere più un impiego nei 2 anni successivi alla maternità è quasi doppia rispetto alle donne senza figli e le retribuzioni medie delle madri occupate sono circa la metà a 15 anni dalla nascita del primogenito. Verso la fine della carriera lavorativa, le donne che appartengono al decimo superiore della distribuzione salariale guadagnano in media il 30% in meno rispetto agli uomini che si trovano nell’ultimo decimo.
Tra le possibili soluzioni emerse nel corso del dibattito e dell’analisi del report vi sono:
- Attuare politiche scolastiche che aiutino a superare gli stereotipi culturali che allontanano le ragazze dallo studio delle STEM
- Potenziare i servizi per l’infanzia (in Italia solo un bambino su quattro frequenta un asilo nido, un valore tra i più bassi in Europa)
- Chiamare i padri a un maggiore coinvolgimento nella cura dei figli
“Promuovere la ParitàdiGenere vuol dire sostenere l’uguaglianza, evitare casi di discriminazione e porre rimedio ai fallimenti di un mercato che fatica a sviluppare e ad allocare in modo efficiente le capacità professionali, in particolare quelle femminili”. Ha concluso la dottoressa Perrazzelli