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Home News Fintech

L’applicazione dell’IA all’open banking per una nuova esperienza dello smart lending: l’esperienza di faire.ai e Tot

4 Aprile 2023
in Fintech
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L’applicazione dell’IA all’open banking per una nuova esperienza dello smart lending: l’esperienza di faire.ai e Tot
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Collaborazione e integrazione dei servizi sembrano essere diventate le due chiavi di sviluppo dell’ecosistema fintech che oggi si sta rinnovando attraverso la presentazione di accordi di partnership in grado di fornire servizi a valore aggiunto sempre più efficienti per imprese e cittadini. Nel corso di quest’intervista, andremo a comprendere meglio come si sta evolvendo questa tendenza raccontando la collaborazione tra due importanti imprese fintech faire.ai e tot.

Ce lo racconteranno direttamente i protagonisti: Giorgio Fiorentino Co-founder e Head of Operations di Faire e Bruno Reggiani Co-founder e COO di Tot (Tot.Money)

  1. C’era un tempo in cui gli operatori e i rispettivi servizi finanziari erano strenuamente contrapposti tra loro. Nel mondo fintech di oggi, invece, il concetto di integrazione è entrato a far parte maggiormente del vocabolario del settore, producendo numerose collaborazioni in grado di valorizzare i servizi proposti da ciascun soggetto. Ritenete che questa sia la strada maestra per lo sviluppo dell’economia finanziaria che in futuro si consoliderà ulteriormente?

G: “Sì e non a caso adesso, soprattutto nel contesto fintech, si parla sempre di più di coopetition. Un po’ perché negli anni sono affiorati sempre più player, tutti con l’ambizione di trasformare lo status quo; un po’ perché, considerando quanto mutevole sia il nostro ambito, trovare punti di sinergia anche tra realtà apparentemente in competizione può essere la via da seguire per dare sviluppo a progetti di valore e che, soprattutto, abbiano un impatto positivo sulle persone. Questo per noi di faire è un concetto essenziale, ne abbiamo fatto quasi un mantra: noi siamo partner, non semplici provider di servizi. E questo vale sia che si tratti di player storici e strutturati come le banche sia realtà tech e di cultura agile, come noi o la stessa Tot.”

B: “Anche noi in Tot condividiamo questa visione sinergica nell’evoluzione del mondo fintech. In primis creando Tot abbiamo scelto di lavorare verticalmente su quello che è il nostro core-business – facilitare la gestione amministrativo/contabile dell’azienda  – ed integrare tramite servizi di partner come Faire con l’obiettivo di fornire ai nostri clienti un ecosistema di servizi complementari che contribuissero efficacemente al completamento di un offerta digitale end-to-end moderna e completa.”

  1. In questo filone si inserisce quindi anche la recente collaborazione tra faire.ai e tot: ci spiegate in cosa consiste l’accordo e quali sono i servizi offerti?

 

B: “La collaborazione di Tot con Faire si sviluppa all’interno di un ecosistema di partnership che mira a fornire ai nostri clienti un ventaglio di servizi complementari ed utili allo sviluppo del loro business.
Nello specifico con Faire abbiamo voluto dare la possibilità di inserire tra i loro metodi di pagamento, che rendono poi disponibili ai loro stessi clienti privati, la dilazione per gli acquisti attraverso lo smart lending, con l’obiettivo di aiutarli ad aumentare il numero delle vendite ed il carrello medio.”

G: “Oltre a rappresentare plasticamente il valore della sinergia nel mondo fintech, questa partnership è una bella dimostrazione della potenza e della versatilità dell’AI applicata ai dati open banking, ovvero il core di faire. Abbiamo messo a terra la nostra expertise su lending, risk assessment e customer valuation, ponendoci come abilitatori di nuove opportunità di business. Con Tot proseguiamo su questo filone, portando valore aggiunto alla loro innovativa offerta di digital banking per imprenditori. Direttamente dalla suite di Tot, gli esercenti possono attivare la nostra soluzione di lending per poterla offrire ai propri clienti privati. Una soluzione che coniuga appunto il valore dei dati transazionali con l’esigenza dei professionisti di ampliare la propria offerta commerciale e veder crescere i propri ricavi, contenendo sensibilmente il fattore rischio.”

  1. Oltre alle PMI che dovrebbero essere il pubblico naturale al quale è rivolta la nuova soluzione che proponete, saranno coinvolti anche i privati, e come?

G: “La natura del nostro business è B2B2C. Fornendo servizi di analisi e accesso al credito per  aiutare ogni tipo di azienda a prendere decisioni di business migliori e, al contempo, aiutiamo i consumer ad accedere con più facilità ai servizi finanziari di cui hanno bisogno. Per esempio, quando si parla di credito, un modello decisionale che non si basi unicamente sulla storia creditizia ma che sia arricchito da dati alternativi (come quelli Open Banking) è un modello meno viziato da bias e più inclusivo. Il risultato? Un utente riceve una valutazione più equa e più fedele alla realtà.

B: “Indirettamente si. Infatti seppur Tot si rivolge esclusivamente a professionisti ed imprese la soluzione di Faire si inserisce esattamente nella divisione tra il B2B ed il B2C andando a creare un ponte B2B2C. Possiamo dire che è una soluzione che aiuta le imprese a vendere ai privati prodotto high ticket aumentando le revenue e il numero delle vendite.”

  1. Sia faire.ai sia tot sono due realtà giovani, nate rispettivamente nel 2020 e nel 2021,definirvi però startup mi sembra riduttivo. Di certo non vi è mancato il coraggio nell’avviare la vostra attività in un momento globale tanto particolare, oppure proprio per questo avete intravisto delle nuove opportunità che vi hanno consentito in breve tempo di diventare delle realtà già affermate?

B: “Aspettare il momento giusto spesso vuol dire non partire mai, d’altronde persino la pandemia ha mostrato come la digitalizzazione sia necessaria e possa veramente far compiere dei passi in avanti alla nostra economia. Infatti la nascita di Tot parte specificamente dall’esigenza di digitalizzare e semplificare la vita finanziaria di imprese e professionisti e, possiamo dirlo, abbiamo molto spazio di miglioramento come Paese, a livello tecnologico e culturale. Il nostro approccio vuole differenziarsi da quello dei nostri competitor andando ad offrire innovazione e facilità d’uso, senza andare a modificare le abitudini dei nostri utenti, ma diventando nei fatti un valore aggiunto. L’evoluzione è inevitabile, e i prodotti devono seguirla il quanto più fluentemente possibile. Noi siamo qui per questo. 

G: “Come frequentemente accade, i momenti di crisi sono opportunità per ripensare ciò che non funziona più e proporre una visione di cambiamento. Il periodo pandemico, al netto delle difficoltà che tutti abbiamo conosciuto sotto il profilo sanitario, ha sicuramente portato spunti di riflessione e ha globalmente accelerato i processi di digitalizzazione in moltissimi settori. Noi avevamo da tempo una visione chiara nella nostra testa, cioè rivoluzionare i processi di accesso al credito B2B e B2C e fornire ai player del settore strumenti innovativi e di valore per farlo. Il nostro livello di confidenza nel progetto e il feedback positivo di quelli che poi sarebbero divenuti i nostri partner non ci ha fatto mai temere nulla rispetto al momento storico.

  1. In virtù dei servizi offerti, sia faire.ai che tot rappresentano degli esempi funzionanti ed integrati di data enrichment da una parte e digitalizzazione dei servizi dall’altra. Quale ritenete sia l’aspetto vincente del vostro modello di business?

 

G: “Sono soprattutto due le componenti che validano il nostro modello: la modularità del nostro ecosistema di servizi e la sua natura data-driven. I dati transazionali, per esempio, danno accesso a una moltitudine di insight diversi, il punto chiave è calarli nel contesto giusto e capire come possano soddisfare uno specifico need. L’esigenza di una banca è diversa da quella di un fornitore di energia, ma per entrambi applicare i giusti strumenti di valutazione di un cliente rappresenta un elemento significativo. Calcolando oltre 100 KPI finanziari attraverso il nostro engine di Machine Learning siamo quindi in grado di fornire a qualunque business gli insight giusti per valutare i propri clienti. In più, grazie al profondo background del nostro team, abbiamo costruito una user experience facile da integrare e modulare.”

B: “Per noi digitalizzazione equivale a semplificazione, in questo modo aiutiamo gli imprenditori nella loro gestione finanziaria quotidiana facendoli lavorare meglio e allo stesso tempo permettendogli di risparmiare tempo prezioso che possono invece dedicare al loro business.
Per raggiungere questo obiettivo siamo partiti e continuiamo ad adottare una visione costumer-centric ponendo in maniera continuativa i reali bisogni di imprese e professionisti al centro dello sviluppo del prodotto e andando a sviluppare esclusivamente i servizi e le funzionalità che riteniamo più utili ed impattanti per loro.
Possiamo quindi dire che uno degli aspetti vincenti è la conoscenza basata su dati precisi – di mercato, di esperienza e direttamente degli utenti all’interno della nostra community – che ci permettono di prendere decisioni ponderate e di crescere nella direzione giusta. Ad oggi possiamo dire che questa scelta sta pagando avendo un operatività in crescità del 25% mese su mese e un base clienti pagante che oggi supera le  1500 aziende.
Dialoghiamo quotidianamente e attivamente con i nostri clienti, rendendo pubbliche le nostre roadmap e i nostri progetti, raccogliendo feedback e opinioni, in un continuo ciclo di testing e produzione.”

  1. Semplificare le procedure riuscendo però ad ampliare l’offerta: quanto vi rispecchiate in questa affermazione e come eventualmente si concretizza nelle vostre rispettive offerte?

 

B: “Il nostro obiettivo è esattamente quello, supportare e guidare la digitalizzazione e la semplificazione della vita finanziaria di imprese e professionisti, fornendo loro tutti gli strumenti necessari per lo sviluppo e la crescita del loro business.
in un certo senso stiamo facendo una vera e propria azione di inclusione finanziaria, ovvero il rendere fruibili e comprensibili a tutti degli strumenti complessi e storicamente poco accessibili, che sia per costi o per expertise che nelle microimpese sono spesso mancanti.”

G: “Ci rispecchiamo in maniera profonda. È un pilastro della nostra vision e abbiamo costruito la nostra forza su questa doppia natura: abilitatori di servizi e riduttori di complessità. Da questo binomio si genera valore tangibile e si sbloccano reali opportunità per chi abbraccia il cambiamento e l’innovazione che le fintech stanno apportando a tutto l’ecosistema. Noi, su questo, saremo sempre in prima fila.”

Tags: apibnpldata drivenembedded financeenrichment datafintechintelligenza artificialeopen bankingpsd2
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