La proposta è stata presentata al Comitato Pagamenti Italia (CPI), presieduto dalla Banca d’Italia e tiene conto di un contesto di mercato sempre più interessato da aspetti di novità legati, in particolare, allo sviluppo della tecnologia e alla preferenza dei cittadini per servizi di pagamento digitali.
E da qui, la proposta di una soluzione digital-first: una app che permette di gestire i pagamenti, collegando al numero di telefono dell’utente il codice IBAN del conto corrente.
Il documento delinea, nel dettaglio, una possibile soluzione di pagamento “mobile”, basata su un modello di interoperabilità tra schemi domestici (quindi valorizzando il ruolo dei circuiti domestici ed europei) e capace di sprigionare le potenzialità del bonifico istantaneo (SCTInst).
I pagamenti sono peer-to-peer e naturalmente istantanei grazie allo schema europeo SCTInst e il Request-to-Pay, standard europei.
Per lo scambio di denaro tra privati (P2P) si potrebbe utilizzare unicamente il numero di cellulare del destinatario e approvare la transazione con l’impronta (utilizzando quindi la Strongh Customer Authentication – SCA).
Nel P2B, per acquistare presso un esercente sono valutati pagamenti di e-commerce e mobile commerce, assieme ai pagamenti in negozio.
Per un’acquisto online, anche da mobile, sarà utilizzato il numero di telefono, associato al proprio IBAN. Si svolge tutto da app, si conferma con fingerprint o PIN. Ben vista anche la possibilità di abilitare pagamenti one-click, che non richiedono la Strong Customer Authentication.
Per pagare all’interno di un negozio si può utilizzare il classico QR Code dinamico, generato dall’esercente e da scansionare via app, con cui pagare anche le bollette.
Inoltre, vengono considerate anche le vendite via posta e via telefono, sfruttando M.O.T.O (Mail Order Telephone Order): l’utente dà il proprio numero di telefono per ordini telefonici o via posta e l’esercente genera la richiesta di pagamento verso la app, che poi va autorizzata.
Ci si spinge anche oltre, ipotizzando pagamenti B2P e G2P, per rimborsi verso i privati cittadini sempre utilizzando unicamente il numero di telefono associato all’IBAN.
Fin qui tutto bene. Ma ogni tanto bisogna prelevare. Ecco la app sfrutta il QR Code anche per i prelievi, naturalmente cardless, senza mai toccare lo schermo dell’ATM: tutto l’iter di selezione dell’importo e autorizzazione al prelievo avviene via app.
Per il prelievo da POS, invece, il QR Code dinamico generato dal merchant include all’interno del token di pagamento l’importo finale di prelievo, comprese le eventuali service fee associate.
Sulla introduzione di una carta di pagamento associata alla soluzione mobile ci si deve purtroppo scontrare con degli interventi molto pesanti, soprattutto dal punto di vista economico: tutta la rete di accettazione andrebbe adeguata, le carte riemesse e anche i sistemi autorizzativi di certo sarebbero da cambiare.
Infine, la soluzione vuole intercettare anche le potenzialità dell’euro digitale che verrà. Nel white paper della proposta, infatti, si cita la volontà di «valorizzare l’apporto del settore privato in quel progetto e […] minimizzare gli investimenti, […] attraverso uno stretto e aperto dialogo con l’Eurosistema per la distribuzione e accettazione di un possibile euro digitale».