La Commissione propone al Parlamento europeo e al Consiglio di sottoscrivere una dichiarazione di diritti e principi che guideranno la trasformazione digitale nella Ue per fornire un chiaro punto di riferimento sul tipo di trasformazione digitale che l’Europa promuove. Utile anche ai i responsabili politici e alle aziende quando si occupano di nuove tecnologie. La responsabile della concorrenza Margrethe Vestager ha indicato che la Commissione intende definire in modo netto i diritti e i principi per il mondo online a partire dalla liberta’ di scelta nelle attivita’ online e dalla promozione della partecipazione allo spazio pubblico digitale. Tra i principi la connettivita’ digitale accessibile e ad alta velocita’ ovunque e per tutti, aule ben attrezzate e insegnanti con competenze digitali, accesso senza interruzioni ai servizi pubblici, un ambiente digitale sicuro per i bambini, disconnessione dopo l’orario di lavoro, informazioni sull’impatto ambientale dei prodotti digitali, controllo dell’uso dei dati personali e informazioni sulla loro condivisione. Bruxelles propone di approvare la dichiarazione entro l’estate.Vestager ha specificato che non si tratta di definire nuovi diritti rispetto a quelli gia’ riconosciuti nella Ue.
Nella proposta di dichiarazione, la Commissione indica che ‘la trasformazione digitale e’ incentrata sulle persone, conferisce loro potere e promuove le imprese innovative’ e la strategia Ue deve rispettare ‘pienamente i diritti fondamentali come la protezione dei dati o la non discriminazione, nonche’ i principi di neutralita’ tecnologica, neutralita’ della rete, inclusivita”. I firmatari della dichiarazione dovranno impegnarsi a garantire che ‘le soluzioni tecnologiche rispettino i diritti dei cittadini, ne consentano l’esercizio e promuovano l’inclusione; garantire che la trasformazione digitale non lasci indietro nessuno, in particolare gli anziani, le persone con disabilita’, le persone emarginate, vulnerabili o svantaggiate e coloro che agiscono per loro conto; sviluppare quadri adeguati affinche’ tutti gli attori del mercato che beneficiano della trasformazione digitale si assumano le proprie responsabilita’ sociali e contribuiscano in modo equo e proporzionato ai costi dei beni pubblici, dei servizi e delle infrastrutture, a beneficio di tutti gli europei’. Ogni individuo ‘ha diritto all’istruzione, alla formazione e all’apprendimento permanente e dovrebbe essere in grado di acquisire tutte le competenze digitali di base e avanzate’. E poi: ognuno ‘ha diritto a condizioni di lavoro eque, giuste, sane e sicure e a un’adeguata protezione nell’ambiente digitale, nonche’ nel proprio luogo di lavoro fisico, indipendentemente dallo stato, dai termini o dalla durata del proprio impiego’. Le istituzioni devono garantire che ‘tutti possano disconnettersi e beneficiare di garanzie che assicurino un equilibrio tra vita professionale e privata in un ambiente digitale’.
I servizi pubblici digitali online sarebbero scolpiti in un impegno al massimo livello istituzionale. Significa l’accesso a tutti i servizi pubblici essenziali online in tutta la Ue.
‘A nessuno dovrebbe essere chiesto di fornire i dati, se non necessario, quando si accede e si utilizza i servizi pubblici digitali’, e’ scritto nella dichiarazione. Quanto alla liberta’ di scelta in relazione all’interazione con algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale, ‘tutti dovrebbero poter beneficiare dei vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale effettuando scelte libere e informate nell’ambiente digitale, essendo protetti dai rischi e dai danni alla propria salute, sicurezza e diritti fondamentali’.
L’uso degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale deve essere trasparente. I sistemi algoritmici devono essere basati ‘su set di dati appropriati, per evitare discriminazioni illecite e consentire il controllo umano dei risultati che colpiscono le persone’. Non devono essere utilizzatI ‘per predeterminare le scelte delle persone, ad esempio in materia di salute, istruzione, occupazione e privacy’. Poi lo spazio pubblico digitale: ‘Tutti hanno diritto alla liberta’ di espressione nell’ambiente online, senza timore di censure o intimidazioni; tutti dovrebbero essere in grado di sapere chi possiede o controlla i servizi multimediali che utilizza’. Le piattaforme online molto grandi dovrebbero incoraggiare il libero dibattito democratico’ e ‘dovrebbero mitigare i rischi derivanti dal funzionamento e dall’uso dei loro servizi, comprese le campagne di disinformazione, e proteggere la liberta’ di espressione’. Di qui l’attenzione a ‘misure per contrastare ogni forma di contenuto illegale nella misura del danno che puo’ arrecare, nel pieno rispetto del diritto alla liberta’ di espressione e di informazione, e senza imporre obblighi generali di controllo’ e alla creazione di ‘un ambiente online in cui le persone siano protette dalla disinformazione e da altre forme di contenuti dannosi’. Quanto all’impatto ambientale della transizione digitale, vanno incoraggiate le tecnologie ‘sostenibili che abbiano un impatto ambientale e sociale minimo’.