La Banca d’Italia pubblica oggi “Rapporto sulle abitudini di pagamento dei consumatori in Italia: evidenze dall’indagine BCE del 2024”, il nuovo numero della collana “Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento”.
l contante continua a essere il protagonista delle transazioni quotidiane nei negozi fisici in Italia, ma il suo ruolo è in declino. È questo il quadro che emerge dal “Rapporto sulle abitudini di pagamento dei consumatori in Italia: evidenze dall’indagine BCE del 2024”, pubblicato oggi dalla Banca d’Italia.
Il documento (frutto dell’indagine europea “Study on the payment attitudes of consumers in the euro area – SPACE 2024”) consente di aggiornare e confrontare i comportamenti degli italiani con quelli degli altri paesi dell’Eurozona e con le precedenti edizioni del sondaggio (2016, 2019, 2022).
Contante: regge, ma perde terreno
Uno dei risultati più evidenti è che il contante rimane lo strumento di pagamento predominante nei punti di vendita fisici, in particolare per acquisti di basso importo (fino a 50 euro) . Tuttavia, il suo utilizzo è in calo costante:
-
In termini di numero di transazioni nei POS, i pagamenti in contanti rappresentano il 61 % del totale (in diminuzione rispetto al 69 % del 2022, e all’82 % del 2019).
-
Al contrario, le carte occupano il 32 % delle operazioni, mentre i pagamenti tramite dispositivi mobili si fermano intorno al 4 % (era il 2 % nel 2022)
-
In termini di valore delle transazioni, il contante pesa per il 49 %, le carte per il 39 % e i pagamenti mobili per circa il 5 % (quest’ultimo valore è in crescita)
Nonostante la riduzione, il contante rimane più diffuso in Italia rispetto alla media dell’Eurozona. Secondo stime riportate nel rapporto, l’Italia è fra i paesi con l’uso più elevato di contante al POS.
L’adozione del contante, inoltre, mostra un legame con caratteristiche socio-demografiche e territoriali: è particolarmente diffuso tra gli anziani, le persone con basso livello di istruzione e i residenti nelle aree meno urbanizzate o con minor accesso alle infrastrutture digitali.Finanza Repubblica+2Banca d’Italia+2
Carte e pagamenti digitali: la “nuova normalità”
Il rapporto fotografa un’ampia diffusione delle carte di pagamento come alternativa principale al contante — sia per acquisti nei negozi fisici sia per quelli online. Le carte sono lo strumento maggiormente utilizzato nell’e-commerce: sia in numero sia in valore, le transazioni digitali con carta superano quelle con altri strumenti digitali.
Altri indicazioni significative:
-
L’accettazione da parte dei commercianti di carte e altri metodi di pagamento non in contanti sale all’87 %, rispetto all’80 % registrato nel 2022.
-
Il commercio elettronico guadagna terreno: la quota delle transazioni non ricorrenti che avviene online cresce dal 16 % (2022) al 24 % nel 2024.
-
L’uso dei pagamenti via dispositivi mobili (smartphone, app wallet ecc.) cresce, ma parte da una base bassa: circa il 4 % delle transazioni POS sono effettuate con questi strumenti.
-
Le differenze generazionali emergono con chiarezza: i giovani (Generazione Z, Millennials) sono più inclini ad adottare metodi digitali, mentre le fasce più mature del popolazione restano più legate al contante.
Il rapporto segnala inoltre che alcune barriere all’adozione di pagamenti elettronici rimangono: per esempio, quando i commercianti non accettano altre forme di pagamento o quando costi e commissioni scoraggiano l’utilizzo di strumenti digitali.
Verso l’euro digitale: opportunità e incognite
Nel più ampio contesto europeo, le autorità monetarie guardano all’evoluzione dei sistemi di pagamento con attenzione. La BCE nelle sue comunicazioni collegate al rapporto SPACE afferma che, benché i pagamenti digitali continuino a crescere (seppur più lentamente), il contante conserva un ruolo importante soprattutto per piccoli importi e scambi tra persone.
Un tema centrale è quello dell’euro digitale: la moneta di banca centrale in forma elettronica potrebbe offrire una via di mezzo tra il contante fisico e i pagamenti privati digitali, preservando l’“anello sicuro” della moneta emessa dallo Stato centrale. Tuttavia, il rapporto richiama anche sfide cruciali: il costo della raccolta dei depositi per le banche, la concorrenza fra operatori privati di pagamento, e il mantenimento dell’inclusione finanziaria per le fasce più deboli della popolazione.
Quel che si può leggere fra le righe
Il rapporto conferma che l’Italia attraversa una fase di transizione graduale verso un sistema dei pagamenti sempre più digitalizzato. Ma non si tratta di una rivoluzione improvvisa: le abitudini consolidate, le disuguaglianze territoriali e generazionali, e le caratteristiche strutturali del sistema italiano rendono il percorso “cashless” lento e stratificato.
Due sfide emergono con forza:
-
Inclusione digitale e finanziaria: per evitare fratture sociali, sarà cruciale estendere l’accesso alle infrastrutture di pagamento digitale, accompagnarlo con alfabetizzazione finanziaria e supporto per le fasce più vulnerabili.
-
Equilibrio competitivo e regolamentare: garantire che operatori privati innovativi abbiano spazio, ma mantenendo la garanzia e la funzione stabilizzatrice della moneta di banca centrale, specie in scenari di crisi.
Per l’Italia, il rapporto invita a un’opera di bilanciamento: favorire l’evoluzione verso strumenti di pagamento più efficienti e moderni (con benefici in termini di costi, trasparenza e digitalizzazione dell’economia), ma senza abbandonare la pluralità di opzioni che tutela chi, per ragioni economiche, territoriali o culturali, non può ancora fare a meno del contante.










