A maggio 2025 il mercato italiano dei prodotti petroliferi ha registrato una lieve flessione dell’1% rispetto allo stesso mese del 2024, con una riduzione complessiva di circa quarantaquattro mila tonnellate. Il calo è legato sia alla presenza di un giorno lavorativo in meno nel mese, sia alla diminuzione della domanda per alcuni carburanti destinati alla mobilità, come gasolio, GPL per autotrazione e bunker. Tuttavia, in controtendenza, benzina e jet fuel hanno fatto segnare un progresso significativo.
La benzina ha visto un aumento del 4,3%, pari a diciannove mila tonnellate in più, toccando i livelli di consumo più alti dal 2011 e superando del 25% i volumi registrati prima della pandemia da Covid-19. Questo risultato positivo è legato soprattutto alla crescente diffusione delle auto ibride, che in dieci anni sono passate dallo 0,2% a oltre il 7% del parco circolante nazionale, rappresentando ormai il 44% delle nuove immatricolazioni. Anche il jet fuel, utilizzato nel settore dell’aviazione, ha registrato un aumento del 5%, corrispondente a ventidue mila tonnellate, con volumi superiori del 7,7% rispetto a quelli del periodo pre-pandemico, segno della ripresa del traffico aereo.
Al contrario, il gasolio motori ha subito una flessione del 2,3%, pari a quarantacinque tonnellate in meno, con un calo particolarmente marcato nel canale extra-rete (-4,9%), utilizzato principalmente dai mezzi pesanti. Il calo è stato più contenuto nella rete distributiva ordinaria (-0,3%), tenendo conto anche del giorno lavorativo in meno. In calo anche il GPL per autotrazione, con una diminuzione del 7,1%, e il bunker per la marina, in calo del 4,3%, penalizzato dalla concorrenza crescente dei porti africani nel Mediterraneo, favorita dai recenti cambiamenti nelle rotte commerciali legate al Canale di Suez. I lubrificanti, dopo un bimestre positivo, sono tornati a calare (-7%), con una flessione pesante nei consumi industriali (-13%), mentre quelli per l’autotrazione si sono mantenuti quasi stabili (-0,6%). Anche i bitumi, utilizzati nei cantieri stradali, hanno segnato un calo del 4,5%, attribuibile in gran parte alle condizioni meteorologiche sfavorevoli che hanno rallentato i lavori.
Guardando al totale dei consumi petroliferi, che include anche l’uso industriale, la flessione complessiva di maggio si è attestata allo 0,4%, cioè 19.000 tonnellate in meno rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questo calo è stato attenuato dalla fine delle manutenzioni programmate in alcune raffinerie e da una timida ripresa delle attività di lavorazione.
Dal punto di vista dei prezzi al consumo, a partire dal 15 maggio sono entrate in vigore modifiche alle accise: una riduzione di 1,5 centesimi al litro sulla benzina e un aumento della stessa entità sul gasolio. Queste modifiche sono state subito recepite dai prezzi alla pompa, come evidenziato dall’Osservaprezzi del Mimit. In media, i prezzi della benzina si sono attestati a 1,697 euro al litro e quelli del gasolio a 1,590 euro, entrambi in calo di oltre 4 centesimi rispetto ad aprile. Considerando il prezzo industriale, ovvero al netto delle tasse, sia la benzina che il gasolio sono risultati inferiori di 2 centesimi al litro rispetto alla media dell’area euro.
Considerando i primi cinque mesi del 2025, le vendite complessive al mercato sono state di circa 21 milioni di tonnellate, con un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a trecentocinquanta tonnellate in meno. In questo arco temporale, i consumi di benzina sono aumentati del 2,4% (ottantadue mila tonnellate), mentre quelli di gasolio motori sono scesi del 2,8% (272mila tonnellate). Anche il jet fuel ha mantenuto un andamento positivo, con un incremento del 4,2%, mentre il bunker per la navigazione è sceso bruscamente dell’11,7%. I lubrificanti hanno registrato un calo dell’1,8% e i bitumi del 4,3%, mentre il GPL è rimasto sostanzialmente stabile (+0,8%), anche se il segmento destinato all’autotrazione è calato del 2,8%.
Nel complesso, i consumi petroliferi totali nei primi cinque mesi dell’anno sono scesi del 3%, pari a 696.000 tonnellate in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. A pesare maggiormente su questa flessione sono stati tre giorni lavorativi in meno e, soprattutto, il calo della domanda da parte della petrolchimica e delle raffinerie, che da sole spiegano circa il 66% della riduzione complessiva.