Nel suo intervento alla conferenza per i 50 anni di Prometeia, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha affrontato il tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nell’analisi economica, sottolineandone le potenzialità ma anche i limiti. Panetta ha riconosciuto che l’IA apre prospettive interessanti per la modellizzazione di fenomeni complessi e non lineari, come già avvenuto nel campo della meteorologia. Tuttavia, ha messo in guardia dal pensare che questi strumenti possano sostituire del tutto l’approccio tradizionale all’economia. In ambito monetario, infatti, la capacità di costruire una narrazione economica coerente e fondata teoricamente rimane indispensabile. Per questo motivo, anche i modelli più avanzati dovranno affiancarsi a strumenti che siano interpretabili e ancorati alle teorie economiche.
Panetta ha poi illustrato alcune strade promettenti per migliorare l’affidabilità delle previsioni macroeconomiche. Tra queste, ha citato la valutazione sistematica delle fonti di errore, l’integrazione tra modelli macroeconomici – che analizzano l’economia nel suo complesso – e microeconomici – che si concentrano sui comportamenti dei singoli attori – e l’utilizzo di scenari alternativi, soprattutto in condizioni di incertezza, per offrire una visione più articolata e flessibile del futuro possibile.
Guardando alle sfide che attendono l’economia, Panetta ha sottolineato che sarà necessario disporre di strumenti ancora più evoluti, capaci di cogliere l’impatto di tendenze strutturali di lungo periodo, come la transizione ecologica o i cambiamenti demografici. In questo contesto, sarà fondamentale sfruttare al massimo le potenzialità offerte dai recenti progressi nell’elaborazione dei dati e nella tecnologia.
Nel concludere il suo intervento, il governatore ha voluto ricordare che prevedere l’andamento dell’economia non potrà mai essere un esercizio esatto. A differenza delle particelle fisiche, infatti, gli agenti economici – ossia persone, famiglie, imprese – non si comportano in modo meccanico o prevedibile: reagiscono alle politiche, formulano aspettative, prendono decisioni strategiche. Questo rende inevitabile la presenza di errore nelle previsioni economiche. Tuttavia, riconoscere questi limiti non significa rinunciare al miglioramento: al contrario, significa accettare la complessità dell’economia e lavorare per comprenderla sempre meglio, con strumenti all’altezza della realtà che ci troviamo ad affrontare.