Simone Gamberini, presidente nazionale di Legacoop, ha annunciato la creazione della Lucania Green Community a Potenza, che rappresenta la cinquantesima cooperativa impegnata nella gestione di Comunità Energetiche Rinnovabili. Si tratta di un traguardo significativo, poiché queste cinquanta realtà cooperative coordinano complessivamente oltre centocinquanta comunità energetiche, attualmente in fase di riconoscimento da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Secondo Gamberini, questo sviluppo è il risultato di un lungo lavoro di promozione dell’autosufficienza energetica a livello locale, portato avanti con determinazione da Legacoop, in particolare negli ultimi tre anni attraverso il progetto respira.coop. L’obiettivo è costruire un modello energetico fondato sulla condivisione e sul rispetto per l’ambiente, dove le comunità possano produrre e utilizzare energia rinnovabile in autonomia.
Il presidente sottolinea che la forma cooperativa è perfettamente in linea con le regole che disciplinano le comunità energetiche: apertura alla partecipazione, gestione collettiva, attenzione al territorio e agli interessi dei cittadini, oltre all’assenza di finalità speculative. Questo modello, afferma, garantisce che l’energia prodotta resti sotto il controllo diretto della comunità, senza delegare la gestione a soggetti esterni, come avviene in altri contesti.
I numeri confermano il ruolo attivo di Legacoop in questo ambito. A febbraio 2025, sette CER costituite in forma cooperativa e affiliate a Legacoop erano già state ufficialmente riconosciute dal GSE, su un totale nazionale di 155 soggetti. Inoltre, Legacoop rappresentava 38 configurazioni di CER su 212 esistenti, pari a quasi il 18% del totale, per una potenza installata complessiva di 6,1 megawatt su 17.
Gamberini ha concluso affermando che l’obiettivo, entro la fine dell’anno, è quello di raggiungere almeno duecento configurazioni di comunità energetiche rinnovabili, che coprirebbero circa il 10% delle cabine primarie presenti in Italia. Questo traguardo rappresenterebbe un passo decisivo verso un modello energetico più partecipato, sostenibile e distribuito, capace di coinvolgere attivamente cittadini e territori nella transizione ecologica.