Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso forti dubbi sull’utilizzo del Golden Power, lo strumento con cui il governo può intervenire in operazioni economiche considerate strategiche per l’interesse nazionale. Tajani ha dichiarato che sia lui che gli altri ministri di Forza Italia condividono perplessità sulla validità giuridica di questo meccanismo, mettendo in evidenza le possibili ripercussioni negative sulle imprese italiane coinvolte in contesti delicati come quello russo.
Uno dei casi che più preoccupano il ministro è quello di UniCredit, che mantiene ancora una significativa presenza in Russia. Tajani ha spiegato che una decisione affrettata in merito alla permanenza della banca nel Paese potrebbe mettere a rischio 270 aziende italiane che operano in Russia, oltre a compromettere il funzionamento dell’Ambasciata italiana e del Consolato a San Pietroburgo. A tal proposito, ha chiarito che l’eventuale periodo di nove mesi concesso per un’uscita graduale dal mercato russo dovrebbe scattare soltanto nel momento in cui si prende la decisione formale di lasciare il Paese, non dalla data di approvazione della norma da parte del governo.
Tajani ha poi riaffermato la propria posizione a favore di un’economia liberale e di mercato, affermando che è preferibile che la politica si tenga il più possibile lontana dalle dinamiche economiche, intervenendo solo quando strettamente necessario. Ha sottolineato che la sua principale preoccupazione riguarda sempre le imprese italiane, che rappresentano il cuore del sistema economico nazionale e sono fondamentali per garantire occupazione e stipendi adeguati ai cittadini.
A margine, ha menzionato anche il caso Pirelli, confermando che il suo impegno è esclusivamente volto alla tutela degli interessi delle aziende italiane. Ha ribadito che Forza Italia crede fermamente nell’iniziativa privata e che l’intervento dello Stato dovrebbe essere contenuto e mirato, non pervasivo. In questo contesto, ha espresso netta contrarietà all’idea di inglobare tutte le casse previdenziali private nell’INPS, giudicandola una misura eccessiva e dannosa per l’equilibrio tra pubblico e privato.
In chiusura, Tajani ha utilizzato una metafora efficace per riassumere il suo pensiero: lo Stato deve comportarsi come un arbitro che vigila sul gioco, ma non deve essere uno dei giocatori in campo.