Il mondo è tornato a muoversi, ma non nello stesso modo di prima. Dopo gli anni della pandemia, il turismo internazionale ha ritrovato slancio: secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), nel primo trimestre del 2024 sono stati recuperati il 97% dei flussi globali rispetto ai livelli pre-Covid. Una ripresa particolarmente marcata in Europa e Medio Oriente, che conferma la voglia crescente di partire.
Ma a cambiare, ancor più della quantità, è la qualità del viaggio. Oggi i viaggiatori non si accontentano di vedere luoghi, ma vogliono viverli, capirli, costruire esperienze su misura. È finita l’epoca del pacchetto “tutto compreso”.
Secondo un recente report di McKinsey & Company, il mercato globale delle esperienze turistiche ha superato il valore di 1 trilione di dollari. I dati segnalano un passaggio sempre più netto dal turismo generalista a quello esperienziale, narrativo e relazionale. Le persone non cercano più solo destinazioni, ma esperienze che li rappresentino, raccontate da chi quei luoghi li ha vissuti davvero, non da un algoritmo.
In questo scenario stanno emergendo nuove soluzioni che non si rivolgono ai turisti, ma ai viaggiatori: quelli che cercano contenuti veri, consigli non standardizzati, prospettive personali. È a questa domanda che cerca di rispondere un progetto italiano nato nel 2024.
Nasce Onderò: l’app che connette chi cerca esperienze di viaggio autentiche con chi le ha già vissute
Onderò è una piattaforma che unisce dimensione pratica e componente social, offrendo guide, itinerari e consulenze realizzati da chi conosce un luogo in profondità. Non è uno spazio per “turisti”, ma per chi vuole viaggiare fuori dagli schemi, affidandosi a chi è già stato lì e ha trasformato la propria esperienza in un racconto utile.
La piattaforma permette di salvare luoghi, esplorare itinerari già pubblicati e contattare direttamente chi li ha condivisi, per ricevere indicazioni su misura. Le esperienze proposte non sono costruite a tavolino, ma nascono da vissuti autentici: un punto panoramico nascosto, un orario perfetto per visitare un museo senza folla, una deviazione inaspettata che ha reso un itinerario indimenticabile.
Oggi Onderò conta più di 90.000 download, 50.000 utenti iscritti e oltre 190 guide certificate, realizzate da una rete di creator, esperti locali e viaggiatori seriali. Il filo comune tra loro è la voglia di condividere non solo informazioni, ma punti di vista.
L’app è pensata per accompagnare chi parte, offrendo contenuti pratici, storie personali e un’alternativa concreta ai percorsi preconfezionati.
“L’idea è nata da una domanda semplice: e se ciò che scopri durante un viaggio potesse aiutare qualcun altro a viverlo meglio?”, spiega Adriano Pasini, founder di Onderò. “Sempre più persone cercano contenuti che parlino la loro lingua, anche emotiva. Non vogliamo sostituire l’intermediazione classica, ma offrire un modo più umano, diretto e personale di orientarsi”, conclude.
Onderò nasce così come uno spazio dove il viaggio comincia ancora prima della partenza, e dove chi cerca ispirazione può trovare storie vere, consigli autentici e suggerimenti fuori dalle rotte comuni. Un modello che intercetta un bisogno in crescita: viaggiare non da turisti, ma da viaggiatori. Un approccio che, nel tempo, potrebbe contribuire a ridefinire il modo stesso di organizzare e raccontare i viaggi.