Da più di un secolo, enormi e misteriosi disegni sulle pianure a sud di Lima, in Perù, continuano a interessare gli studiosi. Le “linee di Nazca”, create dal popolo Nazca tra il 200 a.C. e il 650 d.C., sono uno dei più affascinanti enigmi archeologici ancora irrisolti.
Questi antichi peruviani utilizzavano il terreno arido come una tela, realizzando disegni così vasti che sono visibili e comprensibili solo da una prospettiva aerea, una visuale che, ironicamente, non avevano mai potuto avere. “Sorvolando le ampie pianure desertiche, si possono osservare intricati intrecci di linee e figure geometriche“, scrisse nel 1959 Paul Kosok, professore di storia presso la Long Island University. “Alcune di queste si intersecano in modi complessi e apparentemente disordinati“.
I “geoglifi”, o disegni sulla terra, coprono almeno 450 km² e raffigurano una varietà di figure, tra cui esseri umani, animali, piante e oggetti. Dal 1940 circa, sono stati scoperti più di 430 di questi geoglifi figurativi attraverso indagini aeree e terrestri, ma il loro significato continua a essere oggetto di dibattito, così come riporta sciencefocus.com.
Recentemente, però, gli archeologi stanno sfruttando la tecnologia per far luce su questo mistero. Con la collaborazione degli scienziati IBM, un team di ricercatori europei e giapponesi ha addestrato l’intelligenza artificiale (IA) a individuare i geoglifi all’interno di ampie aree di immagini aeree, ottenendo nuove informazioni sul possibile scopo delle linee di Nazca. Il professor Masato Sakai, dell’Istituto di Nazca dell’Università di Yamagata, ha dichiarato che il suo gruppo ha scoperto 303 nuovi geoglifi figurativi in soli sei mesi, quasi raddoppiando il numero precedente. “Abbiamo potuto completare l’indagine in così poco tempo grazie all’uso dell’intelligenza artificiale”, ha spiegato Sakai durante un’intervista con BBC Science Focus.
Tuttavia, il deserto peruviano non è l’unico luogo in cui l’IA sta aiutando a individuare e interpretare le tracce lasciate dai nostri antenati. La tecnologia sta infatti iniziando a riconoscere e classificare vari tipi di reperti storici, dai tumuli funerari ai relitti. Secondo Sakai, “l’intelligenza artificiale è molto efficace nell’elaborare grandi quantità di dati”, e prevede che il suo utilizzo in archeologia crescerà esponenzialmente nei prossimi anni.
La storia delle linee di Nazca si estende attraverso tre fasi evolutive nella tecnologia umana. Nella prima, i Nazca – noti per le loro avanzate tecniche di tessitura e ceramica – realizzarono i geoglifi. Disegnarono spirali, stelle, trapezi, e raffigurazioni di animali come uccelli e scimmie, nonché scene di sacrifici umani. I geoglifi venivano creati rimuovendo uno strato di terra e ciottoli, esponendo il terreno chiaro sottostante. La matematica e astronoma Maria Reiche, collaboratrice di Kosok, descrisse la precisione delle proporzioni delle linee come “perfetta”, suggerendo che i Nazca avessero pianificato e misurato con attenzione i disegni, usando strumenti e unità di misura antichi.
Quando la civiltà Nazca crollò, molti dei loro geoglifi rimasero intatti grazie al clima secco e alla composizione del terreno, che contribuiva a mantenere saldamente in posizione le pietre.
Nel XX secolo, con l’invenzione dell’aviazione, si rivelò l’ampiezza e la complessità dei geoglifi. Questo portò Kosok e Reiche a ipotizzare che le linee potessero far parte di un calendario astronomico, che registrava l’allineamento delle stelle o l’alba del solstizio – una teoria che ora è stata in gran parte confutata. Altri hanno avanzato l’idea che i geoglifi fossero segni per trovare l’acqua, percorsi rituali, o che fossero dedicati alle divinità Nazca, o addirittura utilizzati per comunicare con gli alieni.
Dal 2004, il gruppo di Sakai ha utilizzato immagini satellitari, aeree e da droni per scoprire ulteriori geoglifi. Tuttavia, la vastità della regione di Nazca rende impossibile una mappatura dettagliata da parte degli esseri umani. Ora, però, con l’avvento della tecnologia dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, gli archeologi sono in grado di compiere indagini su larga scala. “Condurre indagini sulla distribuzione solo con tecnologie di telerilevamento richiederebbe un’enorme quantità di tempo – ha affermato Sakai – Abbiamo introdotto l’intelligenza artificiale per rendere il processo più rapido ed efficiente“.