L’aumento della spesa militare in Europa potrebbe avere effetti differenti sull’economia, a seconda di come verrà finanziato, di come le politiche monetarie reagiranno all’incremento della domanda e dell’impatto economico nelle varie aree del continente. Lo evidenzia il Fondo Monetario Internazionale (FMI), che avverte anche dei rischi: se i governi non riusciranno a predisporre un piano sostenibile per coprire gradualmente questi maggiori costi, attraverso una combinazione di aumenti fiscali e riduzioni di spesa, potrebbero aprirsi nuove fragilità nei conti pubblici.
Secondo il FMI, lo scenario dei bilanci pubblici a livello mondiale sta peggiorando, con una situazione aggravata dall’elevata incertezza economica. Le previsioni indicano un aumento sia del deficit che del debito pubblico globale. In particolare, lo scenario più critico ipotizzato dall’organizzazione internazionale porterebbe il debito pubblico mondiale al 117% del PIL entro il 2027, un valore che non si vedeva dai tempi della Seconda guerra mondiale.
Il Fondo prevede che nel corso del 2025 il debito globale crescerà di circa 2,8 punti percentuali – più del doppio rispetto alle previsioni fatte per il 2024 – facendo salire il livello complessivo sopra il 95% del PIL. E questa dinamica, secondo le stime, continuerà anche negli anni successivi, portando il debito globale vicino alla soglia del 100% entro il 2030, superando perfino i picchi registrati durante la crisi pandemica, così come riportato da Ansa.
In questo contesto così incerto, le politiche di bilancio dovranno affrontare scelte delicate, tra cui ridurre l’indebitamento, creare margini di manovra per affrontare futuri imprevisti e, allo stesso tempo, sostenere le spese necessarie in un quadro di crescita economica rallentata e costi di finanziamento in aumento. Secondo il FMI, la capacità di gestire in modo efficace questi compromessi sarà decisiva per garantire la stabilità macroeconomica e la ripresa a lungo termine.