Secondo un recente rapporto di Morgan Stanley diffuso ieri, gli utenti iPhone negli Stati Uniti hanno un’opinione molto più positiva della piattaforma di intelligenza artificiale di Apple rispetto agli investitori. Morgan Stanley – come si legge su pymnts.com – spiega che l’80% dei possessori di iPhone idonei ha provato Apple Intelligence negli ultimi sei mesi. Inoltre, la piattaforma ha ottenuto un Net Promoter Score (NPS) di 53, un punteggio superiore alla media, segno di soddisfazione e apprezzamento da parte degli utenti.
Chi l’ha utilizzata la descrive come facile da usare, innovativa, oltre che utile nel migliorare l’esperienza d’uso del proprio iPhone. Nonostante le critiche pubbliche e le basse aspettative degli investitori, il sondaggio di Morgan Stanley racconta un’altra storia: gli utenti sono molto più ottimisti.
Dal sondaggio emerge anche un altro dato interessante:
- Il 42% degli utenti iPhone considera ora molto o estremamente importante avere Apple Intelligence sul proprio prossimo iPhone
(Un aumento di 15 punti percentuali rispetto a settembre) - Tra chi pensa di cambiare iPhone nei prossimi 12 mesi, il 54% è interessato alla piattaforma di AI di Apple, con un aumento di 20 punti percentuali
Inoltre, gli utenti sono anche più disposti a pagare per Apple Intelligence. Chi l’ha già provata spenderebbe in media 9,11 dollari al mese, rispetto agli 8,17 dollari di settembre. È un aumento dell’11%.
Anche se Apple non ha ancora intenzione di far pagare l’uso della piattaforma, Morgan Stanley ritiene che in futuro potrebbe trasformarsi in una fonte di guadagno enorme. Ma quali sono i motivi? Ecco qualche esempio:
- Gli iPhone attivi nel mondo sono pari a 1,4 miliardi
- Il 32% degli utenti statunitensi possiede già un iPhone compatibile con Apple Intelligence
- Molti sono disposti a pagare fino a 9,11 dollari al mese
Infine, si stima che Apple potrebbe guadagnare decine di miliardi di dollari all’anno da eventuali abbonamenti all’AI.
Apple aveva annunciato la nuova suite di funzionalità basate su intelligenza artificiale a giugno, promettendo di migliorare l’esperienza su iPhone, iPad e Mac, senza compromettere la privacy degli utenti. Tuttavia, il lancio non è stato perfetto. Alcune funzionalità, come lo strumento di sintesi dei testi, sono state criticate per generare risultati imprecisi e sono poi state rimosse temporaneamente dal sistema operativo.