Shein e Temu, due dei principali colossi dell’e-Commerce, hanno informato i clienti statunitensi di un imminente aumento dei prezzi, previsto per il 25 aprile. Secondo quanto riportato da Reuters, entrambe le aziende hanno inviato comunicazioni molto simili ai propri clienti, esortandoli ad approfittare dei prezzi attuali prima che scattino le modifiche.
Fino a questo momento, Shein e Temu hanno potuto offrire prodotti a prezzi contenuti grazie all’esenzione “de minimis”, una normativa che permette l’importazione senza dazi di merce di valore inferiore a ottocento dollari. Tuttavia, questa agevolazione verrà abolita a partire dal 2 maggio, a seguito di un ordine esecutivo firmato dall’ex presidente Donald Trump, come riporta pymnts.com.
In una dichiarazione condivisa da entrambe le aziende, si legge: “A causa dei recenti cambiamenti nelle politiche commerciali internazionali, i nostri costi operativi sono aumentati. Per poter continuare a offrirvi i prodotti che amate senza scendere a compromessi sulla qualità, apporteremo modifiche ai nostri prezzi a partire dal 25 aprile 2025”.
Oltre alla fine del regime “de minimis”, Shein e Temu devono affrontare anche nuove tariffe imposte sulle importazioni dalla Cina. Entrambe le aziende stanno cercando modi per attenuare l’impatto, ad esempio rilocalizzando parte della produzione al di fuori della Cina. Temu ha già iniziato ad aumentare i prezzi e ha spinto i propri fornitori a mantenere scorte nei magazzini statunitensi. Attualmente, oltre un terzo dei prodotti venduti da Temu negli Usa proviene da inventario già presente sul suolo americano. Inoltre, l’azienda sta cercando di espandere la propria attività in mercati al di fuori degli Stati Uniti.
Temu starebbe anche ristrutturando la gestione della propria catena logistica: le fabbriche, infatti, vengono incoraggiate a inviare grandi volumi di merce direttamente ai magazzini Usa. In questo modello definito di “semi-custodia”, Temu si occupa esclusivamente della piattaforma di vendita online.
Nel frattempo, i tentativi di Shein di delocalizzare parte della produzione sono stati ostacolati dalle autorità cinesi.