Gerry Adams, ex leader dello Sinn Féin, potrebbe portare Meta in tribunale per l’uso non autorizzato dei suoi libri nell’addestramento di sistemi di intelligenza artificiale. Adams, infatti, ha dichiarato di aver affidato la questione ai suoi legali, affermando che Meta avrebbe utilizzato almeno sette delle sue opere senza chiedere il permesso. Tra i titoli citati figurano la sua autobiografia Before the Dawn, il memoir carcerario Cage Eleven, una raccolta di riflessioni sul processo di pace in Irlanda del Nord dal titolo Hope and History, oltre ad altri scritti tra cui un libro di cucina e racconti brevi.
La notizia è stata confermata ieri dallo Sinn Féin, il partito di cui Adams è stato a lungo figura simbolo. Il caso si inserisce in un contesto più ampio: diversi autori hanno già intrapreso azioni contro la società madre di Facebook, WhatsApp e Instagram per presunte violazioni di copyright legate all’addestramento di modelli di intelligenza artificiale, così come riporta The Guardian.
A gennaio, un gruppo di scrittori, tra cui nomi noti come Ta-Nehisi Coates, Junot Díaz e Sarah Silverman, ha presentato una denuncia negli Stati Uniti sostenendo che Meta avrebbe fatto ricorso a Library Genesis (nota anche come LibGen), una biblioteca digitale non autorizzata contenente oltre sette milioni e mezzo di libri. Secondo l’accusa, i vertici dell’azienda, incluso Mark Zuckerberg, erano consapevoli che si trattava di contenuti piratati, ma ne avrebbero comunque approvato l’utilizzo per sviluppare il modello linguistico LLaMA.
Il caso ha attirato l’attenzione anche nel Regno Unito: recentemente, scrittrici come Kate Mosse e Tracy Chevalier, insieme ad altri esponenti del mondo editoriale, hanno manifestato davanti alla sede londinese di Meta e inviato una lettera formale alla direzione americana, chiedendo chiarimenti e tutele.
Vanessa Fox O’Loughlin, presidente della Society of Authors, ha definito l’atteggiamento dell’azienda “scioccante” e “distruttivo” per la categoria degli scrittori. Ha sottolineato come la creazione di un libro richieda spesso anni di lavoro, che non può essere “saccheggiato” per alimentare tecnologie che rischiano di rendere superfluo lo stesso autore.
In risposta, un portavoce di Meta ha dichiarato che l’azienda rispetta la proprietà intellettuale e che l’utilizzo dei contenuti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale avviene nel rispetto delle normative vigenti. L’azienda ha anche lanciato LLaMA, il suo modello linguistico open source, nel luglio scorso. Questo tipo di tecnologia, simile a ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google, si basa sull’analisi di enormi quantità di testo per imparare a riprodurre il linguaggio umano o eseguire operazioni complesse.