Nel nuovo mondo della finanza digitale i regolatori e i responsabili delle politiche di tassazione devono andare a braccetto per affrontare le sfide che pongono le cripto-attività come ad esempio il rischio di favorire, per le loro caratteristiche intrinseche, l’evasione fiscale così come accade con il contante. Lo indica la vicedirettrice generale della Banca d’Italia, Chiara Scotti, in un convegno a Roma.
Gli asset digitali “stanno rimodellando i settori dei pagamenti e della finanza, offrendo nuove opportunità ma anche ponendo nuovi rischi o esacerbando le vulnerabilità tradizionali. In questo panorama in rapida evoluzione, lo sviluppo di nuovi approcci alla regolamentazione e alla tassazione, accanto a quelli tradizionali, è fondamentale per evitare indebite limitazioni all’innovazione, salvaguardando al contempo la stabilità e l’integrità finanziaria, il corretto funzionamento dei mercati e dei sistemi di pagamento, la protezione dei diritti degli individui e l’adempimento degli obblighi fiscali“.
Il mondo delle cripto può sfuggire alla tassazione. Secondo l’esponente del Direttorio di via Nazionale “L’anonimato, l’assenza di una territorialità e la natura decentralizzata di alcune cripto-attività, possono consentire a individui e aziende di nascondere le transazioni, creano opportunità di evasione fiscale, proprio come fanno i pagamenti in contanti. Le attivita’ e i servizi digitali possono anche rendere difficile l’applicazione delle tasse. I modelli tradizionali di dichiarazione e applicazione delle tasse che si basano su “terze parti” per tracciare il reddito non funzionano bene nel mondo digitale“.