Il programma ReArm Europe “non è tanto un piano europeo”, in quanto prevede centocinquanta miliardi di euro europei ma il resto “riguarda il debito nazionale e lo devono attivare le nazioni“: per questo “c’è un tema di come le attivazioni nazionali ricadono sulle economie, sulla possibilità di fare debito e sull’aumento dei tassi” e poi bisogna tenere conto che “gli investimenti devono avere un effetto moltiplicatore sull’economia“.
Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al question time del Senato in merito a una interrogazione sulle alleanze a livello europeo tra le industrie della difesa. Sul primo punto Crosetto ha sottolineato che “c’è bisogno dell’esclusione delle spese dal patto di stabilità“, ma anche di esclusioni “tecniche che consentano di non pesare sull’aumento del debito e dei tassi di interesse”.
“Di questo si sta occupando il collega Giorgetti“, ha aggiunto con riferimento al ministro dell’Economia e delle Finanze. Per quanto riguarda l’effetto moltiplicatore degli investimenti, Crosetto ha ricordato che nel campo della difesa il moltiplicatore “è di solito 2,8-3, quindi investire 1 significa ottenere 3 come crescita“, ma questo “se rimane sul territorio italiano e ha una ricaduta per piccole, grandi, medie imprese“.