Secondo un parere non vincolante della Corte di giustizia europea (CGUE), in merito a un annuncio su una piattaforma di una società mediatica austriaca attiva a livello internazionale, che pretendeva di vendere servizi sessuali, le piattaforme online non dovrebbero essere ritenute responsabili del contenuto degli annunci pubblicitari che pubblicano, ma devono essere in grado di verificare l’identità degli inserzionisti, come si legge su euronews.com. Stando anche al parere dell’avvocato generale Maciej Szpunar, ai sensi del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Ue.
Il caso è stato deferito dopo che la Corte d’appello rumena ha chiesto alla corte suprema dell’Ue chiarimenti in merito alle responsabilità dell’operatore di un mercato online in un caso riguardante un annuncio pubblicato su un sito web del mercato online, in Austria.
L’annuncio pubblicitario suggeriva che una donna offriva servizi sessuali e conteneva foto e un numero di telefono presi dagli account della vittima sui siti di social network, utilizzati senza il suo consenso. La società mediatica austriaca ha rapidamente cancellato l’annuncio, che però è stato riprodotto su altri siti web e la vittima ha intentato causa contro l’azienda stessa.
Ai sensi del GDPR, l’operatore di un marketplace online agisce come un elaboratore dei dati personali contenuti nelle pubblicità.