“Con il nuovo anno torna a incombere sui cittadini la minaccia del caro energia, complici anche le dinamiche internazionali per il trasporto del gas alla luce del conflitto russo-ucraino. A causa della chiusura del metanodotto ucraino e alle dinamiche di mercato si prevedono aumenti fino al 20%-30%“. Così Federconsumatori in una nota sottolineando che nel mese di febbraio 2024 il costo della materia prima, energia elettrica e gas, era rispettivamente 0,08 cent al kwh (Indice PUN) e 0,29 cent al mc (Indice PSV), a dicembre 2024 il valore del PUN era pari a 13,5 cent al kwh mentre il valore del PSV era pari a 0,50 cent al mc. In termini percentuali il prezzo della materia prima energia elettrica è cresciuto, da febbraio a dicembre, del +38,5%, quello gas del +42%.
Gli aumenti, che l’Istat rileva in crescita soprattutto per i beni energetici regolamentati, interesseranno tutti, e non solo i clienti vulnerabili come le notizie degli ultimi giorni hanno fatto credere.
Eclatante l’aumento per l’energia elettrica, specialmente se si guarda all’andamento in altri Paesi: in Spagna l’energia elettrica all’ingrosso, nel 2024, valeva 6,3 centesimi al kwh, in Francia 5,8 centesimi e in Germania 7,8 centesimi, contro i 10,8 centesimi dell’Italia. Ciò grazie al fatto che il prezzo nazionale altrove non viene fissato sul prezzo di produzione marginale più alto (quello prodotto con le centrali a gas), ma sulla media di tutti i costi di produzione (fotovoltaico, eolico, idroelettrico).
Questi rincari “rischiano di costare circa 455 euro in più all’anno a famiglia, tra costi diretti, pagati in bolletta, e costi indiretti, che si traducono in aumenti dei prezzi di beni e servizi“.
“Ad aggravare la situazione emerge, come in passato, l’ombra della speculazione: nella determinazione di questi rincari, infatti, un ruolo determinante è giocato dalle speculazioni finanziarie che operano sui mercati energetici, in particolare sul mercato olandese del TTF. La grande bolla dei prezzi del periodo 2021-2023 non ha insegnato nulla: i consumatori sono ancora in balia della speculazione finanziaria, per di più in un mercato lasciato in mano alle volontà lucrative delle aziende e senza le tutele adottate dal Governo per aiutare le famiglie in quella fase“.
Una situazione “che richiede risposte immediate, per non lasciare ulteriore campo a speculazioni e abusi che tanti danni possono creare alle famiglie e al Paese. Per questo assumono carattere di urgenza le seguenti misure: revisione del metodo di determinazione delle tariffe del servizio di tutela delle vulnerabilità. È assurdo che le fasce più deboli siano quelle che, ad oggi, subiscano in maniera più pesante gli effetti di queste speculazioni: in tal senso è necessario svincolare il metodo tariffario da meccanismi di mercato. Il servizio di vulnerabilità, a differenza del precedente servizio di maggior tutela, ha assunto un carattere di natura sociale e l’attuale determinazione della tariffa non risponde a questa esigenza; rafforzamento delle misure di contrasto della povertà energetica, innalzando la soglia ISEE per averne diritto e incrementando il valore del bonus; disaccoppiare il prezzo finale dell’energia elettrica dal prezzo del gas, in quanto l’attuale metodo mantiene i costi per i consumatori elevati, in maniera artificiosa; ridurre l’IVA sul gas e avviando la promessa riforma degli oneri di sistema nella bolletta di gas e energia elettrica, spostando alcune voci a carico della fiscalità generale; rilanciare gli investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili, con l’obiettivo di agevolarne l’accesso per i redditi medi e medio-bassi; promuovere le CER, coinvolgendo soprattutto i cittadini, oggi sostanzialmente estranei ai processi in atto“.