Continua il rally del petrolio che oggi ha toccato i massimi da metà ottobre scorso, dopo l’ennesima contrazione delle scorte di greggio negli Stati Uniti. I futures del Brent salgono del 2,4% a 78,8 dollari al barile per la prima volta negli ultimi tre mesi, mentre il Wti scambia a 75,7 dollari (+2,4%). Le scorte di greggio nell’hub di stoccaggio americano di Cushing, in Oklahoma, sono scese al livello più basso dal 2014, come hanno mostrato i dati governativi resi noti lo scorso mercoledì.
A questo si aggiunge la prospettiva di una domanda solida: secondo gli analisti di Citi Research, il prolungarsi delle temperature più rigide dovrebbe far aumentare la domanda di riscaldamento in tutto l’emisfero settentrionale. Sullo sfondo, con l’imminente ritorno alla Casa Bianca del presidente eletto Donald Trump, rimangono i timori per sanzioni potenzialmente più severe da parte degli Usa nei confronti dell’Iran che, secondo gli analisti, limiterebbero l’offerta di petrolio.
Si prevede poi che Trump autorizzerà nuove trivellazioni nelle terre federali nell’ambito di una serie di ordini esecutivi nelle prime ore dopo il suo insediamento il 20 gennaio. Il presidente eletto si è anche impegnato a imporre dazi su tutte le importazioni canadesi, compreso potenzialmente il greggio.