“L’Italia ha un palpabile ritardo nella digitalizzazione in particolare nell’adeguatezza dei servizi digitali della pubblica amministrazione e nella dotazione di capitale umano”. Lo rileva il Direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in un intervento all’Aquila in occasione della manifestazione itinerante ‘In Viaggio con la Banca d’Italia’.
“Nel settore privato – osserva Signorini – l’adozione delle tecnologie digitali avanzate è molto eterogeneo; i divari incidono fortemente sui differenziali di performance tra imprese leader e imprese in ritardo”. Nella transizione digitale è tutta l’Europa che non riesce a tenere il passo, osserva nella sua analisi il Direttore generale della Banca d’Italia, presenza di imprese europee tra le maggiori nei settori connessi con le tecnologie digitali è molto scarsa“.
Il ritardo dell’Italia è concentrato soprattutto nel capitale umano: “Importante è investire nelle competenze matematiche, statistiche e scientifiche; stimolare l’attività di ricerca, pubblica e privata. Potenziare il capitale umano non solo rende possibile l’invenzione alla frontiera, ma ne facilita grandemente la diffusione efficiente nel tessuto produttivo. Essenziale è anche estendere la digitalizzazione della PA, avendo come bussola la semplicità dell’uso e scongiurando il moltiplicarsi di rigidità burocratiche“.
Gli Incentivi pubblici, “specie se semplici e automatici”, possono favorire la transizione digitale e quella energetica; devono essere disegnati con attenzione per evitare sprechi e distorsioni. L’azione pubblica, secondo Signorini, “non può sostituirsi all’attività delle imprese; puo’ e deve creare le condizioni migliori per consentire al sistema produttivo di evolversi rapidamente“.