La piattaforma di trading e investimento eToro sta aggiungendo più di mille azioni del Regno Unito alla piattaforma dopo aver migliorato il suo accesso ai dati di mercato della Borsa di Londra. Gli utenti di eToro avranno ora accesso anche a dati di qualità superiore che li aiuteranno a prendere decisioni di investimento informate.
La collaborazione fornisce agli utenti globali di eToro, compresi i suoi 3,8 milioni di utenti registrati nel Regno Unito, un accesso molto migliore all’ampiezza delle azioni della Borsa di Londra, consentendo loro di negoziare azioni più piccole insieme alle oltre quattrocento società del Regno Unito a cui hanno già accesso. Le azioni aggiuntive saranno aggiunte alla piattaforma con un approccio graduale nei prossimi mesi.
L’aggiunta di molti più titoli azionari del Regno Unito è un ulteriore segno dell’attenzione di eToro nel localizzare la sua offerta per soddisfare le esigenze in evoluzione del mercato del Regno Unito, con la divisione britannica dell’azienda con sede a Canary Wharf che ha lanciato il suo primo prodotto ISA lo scorso anno in partnership con Moneyfarm. Nel mese di marzo di quest’anno, la piattaforma ha anche avviato un lancio graduale che consente agli utenti nel Regno Unito di investire direttamente dai loro conti GBP eToro Money.
Oltre a consentire agli utenti di accedere ai dati su molti più titoli azionari, l’accordo con la Borsa di Londra consentirà anche agli utenti di eToro di beneficiare di dati sui prezzi di qualità superiore, migliorando l’esperienza di trading sulla piattaforma.
I dati dell’ultimo Retail Investor Beat di eToro, che include le risposte di millw investitori al dettaglio con sede nel Regno Unito, mostrano che le azioni quotate localmente rappresentano la seconda classe di attività più detenuta (in base all’esposizione nel portafoglio) in questo gruppo, superate solo dalla liquidità (82%).
Il rapporto rivela inoltre che gli investitori al dettaglio del Regno Unito sono più propensi a sostenere il mercato britannico rispetto ad altri mercati azionari globali per ottenere i rendimenti più elevati nel lungo termine (vale a dire oltre cinque anni), con il 22% che lo fa, seguito dagli Stati Uniti (19%) e dai mercati emergenti (16%).