di Kevin Pimpinella
Vladimir Putin ha lanciato un allarme riguardo alla “crescita incontrollata” del consumo di elettricità dovuto alla produzione di criptovalute in Russia. Durante una riunione di governo, ha avvertito che questa situazione potrebbe portare a una carenza di energia in alcune regioni. Intanto, i parlamentari della Duma – la camera bassa del parlamento russo – si preparano a votare il 23 luglio una regolamentazione più severa per il settore. La Russia, insieme agli Stati Uniti e al Kazakistan, è uno dei principali produttori mondiali di criptovalute. Le operazioni di mining, che richiedono una notevole potenza di calcolo, hanno un impatto significativo sui consumi energetici. In alcune regioni siberiane, come Irkutsk, Buryatia e Transbaikalia, si sono già verificati blackout, ha riferito Putin, descrivendo il problema come “acuto e pieno di conseguenze per le città”.
Il presidente ha sottolineato che “quasi l’1,5% del consumo totale di elettricità nazionale” è destinato ogni anno al mining di criptovalute, e la cifra è in continuo aumento. Per questo motivo, il governo sta valutando un disegno di legge che limiterà la circolazione delle monete digitali, autorizzando la loro produzione solo a una ristretta cerchia di persone, per ridurre il riciclaggio di denaro. Inoltre, Putin intende “introdurre il rublo digitale”, emesso dalla Banca centrale russa, dopo diversi mesi di test. Questa mossa rappresenterebbe, secondo gli osservatori, un’alternativa al sistema di pagamento globale Swift, dal quale le banche russe sono state in gran parte escluse dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022.