L’Italia si conferma tra le 30 economie con piu’ alta incidenza del contante e un valore piu’ alto rispetto alle medie di tutte le aree geografiche (Nord America, Centro-Sud America, Europa, Asia-Oceania) guadagnando pero’ quattro posizioni nel Cashless Society Index dove si attesta al 21esimo posto, il piu’ alto di sempre, grazie a un miglioramento della connettivita’, ai progressi nei valori transati e all’abitudine al cashless degli italiani. E’ quanto emerge dalla nona edizione del Rapporto Verso un’Italia Cashless presentato oggi a Cernobbio dalla Community Cashless Society al forum finale organizzato da The European House-Ambrosetti.
Secondo il rapporto la velocita’ di sviluppo dell’Italia in questo settore e’ raddoppiata nell’ultimo anno, raggiungendo valori in linea con la media europea. “Nel mondo – ha detto Valerio De Molli, Managing Partner e Ceo The European House-Ambrosetti – siamo nelle peggiori 30 economia per cash intensity, siamo ventottesimi; abbiamo 260 mld di cash in giro nella economia. Siamo in un viaggio positivo, ma rimaniamo ultimi in Europa”. “I risultati dell’edizione 2024 del Rapporto restituiscono la fotografia di un’Italia a due velocita’ – ha detto De Molli – se, da una parte, quasi l’80% della Generazione Z utilizza pagamenti cashless, dall’altra si mantiene una certa attitudine all’uso del contante soprattutto tra la popolazione over-60 e in alcune aree geografiche del Paese come il Sud Italia. Tra i motivi, anche i bias culturali che vedono nel digitale un rischio maggiore di frodi. Tuttavia, stiamo andando incontro a una societa’ sempre piu’ cashless, un approdo che ha anche il vantaggio di essere sostenibile poiche’ l’impatto ambientale di una transazione cashless e’ inferiore del 21% rispetto a una in contanti”.