“Sono 1 milione e 342mila le imprese a conduzione femminile in Italia, pari al 22% del totale. Rispetto al passato abbiamo fatto grandi passi avanti: dal Fondo Impresa Femminile del Mimit, che sostiene la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese create e guidate da donne, alla recente rimodulazione della sua dotazione finanziaria. Nonostante i significativi risultati raggiunti, siamo convinte che si possa fare molto di più.
Per questo il Comitato Impresa Donna ha adottato in questi mesi un approccio volto a mettere a fuoco le principali criticità che frenano la partecipazione delle donne al mondo dell’impresa come un sostegno alla maternità e al welfare attenzionato e pensato solo per la donna lavoratrice ma non imprenditrice, e sulla necessità di rafforzare soft skills, capacità, consapevolezza e competenze di cultura specifica imprenditoriale”. Così la Presidente del Comitato Impresa Donna del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Presidente Donne Imprenditrici FIPE, Valentina Picca Bianchi, durante la presentazione del “Manifesto di Start We-Up – Accendiamo l’imprenditoria femminile”, patrocinato dal Comitato Impresa Donna e dal Mimit, in corso di audizione oggi presso il Parlamento Europeo a Bruxelles insieme alle altre rappresentanze di categoria d’impresa femminile italiana.
“Gli strumenti a disposizione sono fondamentali e vanno supportati da politiche attive interconnesse e trasversali. Dalla sua nascita nel 2022, il Fondo Impresa Femminile ha ricevuto circa 13mila domande. Di queste, 1.125 imprese tra attive e start-up hanno ottenuto il finanziamento, per un totale di 163,5 milioni di euro. Parliamo di numeri in continua crescita,che ci dicono che stiamo andando nella direzione corretta.
Arrivare a definire un perimetro del fare impresa al femminile – obiettivo principe del Manifesto – vuol dire connotare un’identità precisa e univoca, impianto necessario di ogni provvedimento”.