Il tema della mobilità sostenibile assume i contorni di un imperativo categorico per l’Italia che, in base agli obiettivi imposti dall’Ue, non potrà più immatricolare auto con motore a combustione a partire dal 2035. Già oggi, il nostro Paese è in ritardo rispetto agli obiettivi previsti dal PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, per la cui attuazione sarà necessaria una massiccia elettrificazione, con un aumento della domanda di elettricità da FER del +382%, rispetto ai livelli del 2021. Massicci cambiamenti si aspettano proprio nel settore automotive che, per i trasporti su strada, dovrà cedere il passo ai green fuel: elettrico, biometano, idrogeno e biocarburanti liquidi. Una sfida imponente per continuare a garantire l’accesso alla mobilità, generando allo stesso tempo crescita economica ed occupazione, in un settore animato da profondi cambiamenti e innumerevoli opportunità.
Sono queste alcune delle evidenze emerse durante la quinta edizione dell’Optimal Sustainable Mobility Mix, l’Osservatorio di Agici dedicato a studiare il fenomeno della transizione energetica nei trasporti e i modelli di mobilità sostenibile. Un approfondimento tematico sui fuel zero e low-carbon, partendo dai consumi storici, per indicare gli interventi di decarbonizzazione in linea con gli obiettivi del PNIEC.
Fino a oggi, i veicoli a combustione hanno rappresentato il 95% del mercato italiano e il 99% del parco circolante italiano la cui trasformazione, urgente e necessaria per stare al passo con gli obblighi UE, avrà effetti su consumi, infrastrutture e occupazione. Agici rileva che, con l’introduzione dei carburanti rinnovabili, saranno elettrico e biometano a dover sostenere una crescita importante, i cui consumi dovranno aumentare rispettivamente del +382% e del +807% per centrare gli obiettivi prefissati dal PNIEC. L’elettrico verrà impiegato principalmente sui trasporti leggeri (auto e van) e sugli autobus cittadini, facendo impennare i consumi su strada del +7000% rispetto ai livelli del 2021, mentre il biometano andrà ad alimentare i trasporti pesanti (sia di persone che di merci), gli unici per i quali è prevista anche l’introduzione della tecnologia dell’idrogeno verde. Infine, un ruolo importante in questa fase di transizione sarà giocato dai biocarburanti liquidi, biodiesel su tutti, il cui consumo dovrà aumentare del 100%, diviso in modo trasversale tra tutte le categorie di veicoli.
Grazie a questa rapidissima crescita dei carburanti rinnovabili, al 2030 sarà possibile ridurre le emissioni di CO2 di 19 milioni di tonnellate l’anno, un valore comunque non sufficiente a raggiungere gli obiettivi europei incorporati nel PNIEC, per i quali un contributo di circa 10 milioni di tonnellate dovrà provenire dallo shift verso modalità più efficienti (trasporto pubblico e mobilità dolce su tutti).
Profondi cambiamenti sono poi attesi nella produzione del settore automotive: per aderire alle previsioni del PNIEC al 2030, dovranno essere immessi sul mercato 4,4 milioni di BEV (Battery Electric Vehicle), 2,2 milioni di PHEV (Plug In Hybrid Electric Vehicle), per il settore dei trasporti leggeri, 8.500 autobus elettrici e 21.000 truck a metano. Sul fronte dell’idrogeno le stime sono solo apparentemente più contenute: occorreranno un totale di 15.000 nuovi truck e 6.000 nuovi bus, ma bisogna considerare che gli attuali mezzi circolanti sono solo poche decine.
Non solo l’automotive, la decarbonizzazione dei trasporti interesserà tutti i settori collegati. Nella catena del valore dei veicoli elettrici, la produzione di batterie rivestirà un ruolo di primo piano, rendendo necessario lo sviluppo di una catena di fornitura sicura ed economicamente vantaggiosa, mediante la realizzazione delle cosiddette gigafactory. Una grande opportunità per i top player del settore, ma anche per i gruppi energetici nazionali che, investendo, potranno dare un forte impulso all’economia e all’occupazione. Per la filiera della componentistica automotive, la sfida è riconvertire, non solo evitando la perdita di posti di lavoro, ma creandone anche di nuovi. Secondo le stime di Agici, infatti, il comparto potrà giovare di un +6% nell’occupazione al 2030, rispetto al 2020.
“Dirigersi verso l’uso esclusivo dei carburanti rinnovabili rappresenta una priorità non più prorogabile per l’Italia, che dovrà affrontare una trasformazione profonda: accettare subito la sfida e accompagnarla con un sostegno mirato, permetterà di cogliere le opportunità di sviluppo che ne deriveranno”, ha dichiarato Michele Perotti, Direttore dell’Osservatorio Optimal Sustainable Mobility Mix di AGICI. “Questa è la lettura che viene restituita nell’edizione 2023 del nostro osservatorio, con cui vogliamo supportare imprese e istituzioni per delineare le migliori strategie e proporre politiche innovative. L’elettrificazione e i green fuel sono essenziali e inevitabili per il futuro dei trasporti, e dovranno essere supportati non solo per ridurre le emissioni di CO2, ma anche per migliorare la vivibilità delle città e dare nuovo impulso alla competitività al Paese”, ha concluso Perotti.