L’evoluzione del concetto di professionalità per i membri del board degli intermediari finanziari oramai è un dato acquisito a livello normativo. L’attuazione del dato normativo comporta però che il board sia chiamato ad analizzare e certificare i requisiti di professionalità dei propri membri focalizzandosi anche sul concetto di competenza.
Quest’ultima caratteristica legata alla conoscenza del soggetto che ricopre una carica nell’organo decisionale, deriva dal tipo di studi e conoscenze che ha maturato nel tempo insieme alla sua esperienza lavorativa che ne plasma i requisiti professionali.
Ecco che la professionalità nella nuova accezione normativa, coniuga la conoscenza e l’esperienza con l’attività svolta dall’azienda, rendendo concreta la necessità che il board, nel valutare la professionalità dei propri membri, analizzi, come in un puzzle, la compatibilità di una certa professionalità con il business cui deve essere applicata.
Questo processo permette di avere un board pienamente consapevole del connubbio business/rischi, consentendo che l’imprinting decisionale dell’organo scenda in profondità nell’organizzazione aziendale e ne influenzi i concreti comportamenti.
Oggi non è più sufficiente che la piena conoscenza del business e dei rischi risieda nel management dell’azienda, relegando il board nel suo insieme a un ruolo di indirizzo generale di business da declinarsi a cura della gestione, ma occorre che i flussi informativi siano pienamente compresi dal board in un ambiente economico/giuridico sempre più complesso e in continua evoluzione.
L’esempio di questa evoluzione richiesta alla professionalità la ritroviamo nella Direttiva EU 36/2013 (cd CRD IV), recepita in Italia nel 2015, dove per gli esponenti facenti parte degli organi di supervisione strategica, di gestione e di controllo delle banche si è introdotto il requisito di competenza accanto a quello di professionalità.
Ma anche con la recente evoluzione del quadro normativo che ha interessato l’antiriciclaggio con il Provvedimento della Banca d’Italia del 1° agosto 2023, i fattori di sostenibilità con le Aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali dell’8 aprile 2022 e le cripto-attività con il regolamento MICA del 16 maggio 2023, solo per fare alcuni esempi, la richiesta di competenze specialistiche all’interno dei board è notevolmente cresciuta.
All’evoluzione della professionalità si accompagna anche l’attribuzione di responsabilità proprie ai membri del board come l’individuazione di soggetti destinatari di deleghe specifiche su materie specialistiche.
L’evoluzione della professionalità dei singoli si estende all’intero organo decisionale laddove, nella sua composizione, devono essere presenti oltre che conoscenze generali di gestione e controllo del rischio finanziario, anche conoscenze diversificate sulle diverse materie che impattano sulla gestione dell’intermediario.
Gli intermediari sono chiamati a fare periodici esercizi di autovalutazione degli organi di governo e controllo, sostenuti da robuste metodologie, che identificano la migliore composizione degli stessi sia nell’ambito del rinnovo che nel corso dello svolgimento del mandato.
In un mercato soggetto a continue e importanti spinte innovative, la presenza di specializzazioni sempre più accentuate consiglieri di amministrazione nei componenti dell’organo di controllo comporta la necessità di disegnare meccanismi in grado di gestire in modo efficiente la dialettica interna agli organi e i flussi informativi che provengono dalla struttura.
La morfologia degli organi aziendali e la dinamica del loro funzionamento sono destinati a evolvere sotto la spinta del mercato e della normativa che richiedono adeguate e specifiche conoscenze per il governo del business e dei correlati rischi.