Sono 200 le idee entrate nella lista del Time tra le “migliori invenzioni del 2023”, una lunga lista che comprende prodotti capaci di avere un impatto positivo sul mondo in diversi settori, come la tecnologia, la salute, l’energia, la sostenibilità e l’intrattenimento. C’è di tutto. Cose note come le Ai generative ChatGPT4 , Dall-E e software come Dualingo Music. Ma anche moduli lunari, biciclette, auto, prodotti wellness, sistemi weareable intelligenti e tante piccole-grandi invenzioni decisamente avveniristiche entrate nella lista grazie a diversi requisiti come l’originalità, l’efficacia, l’ambizione e l’impatto. Ci sono tute tattili per non udenti in grado di tradurre l’audio di un concerto in vibrazioni che consentono alle persone sorde di sentire la musica sulla pelle; bastoni intelligenti per aiutare le persone anziane a camminare meglio; sistemi di intelligenza artificiale per tutelare gli animali selvatici e pure un’incredibile zoo fatto di ologrammi. Una finestra sul futuro che verrà.
Energia commestibile
Tra le magnifiche 200 della rivista Time c’è anche un’invenzione made in Italy ed è assolutamente insolita. Il prototipo di batteria – che assomiglia a una barretta energetica – realizzato dal gruppo guidato da Mario Caironi, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano. Una batteria non solo commestibile, ma anche ricaricabile realizzata con ingredienti che solitamente vengono consumati a tavola. In particolare l’anodo è realizzato con la riboflavina (o vitamina B2), presente nelle mandorle, e il catodo è composto dalla quercitina, presente per esempio nei capperi, due elementi che hanno la particolarità di poter trattenere e rilasciare una carica elettrica in maniera continuativa funzionando come polo positivo e negativo. Il carbone attivo, antitossico ottenuto da vegetali come il cocco, permette di trasportare la carica, mentre il separatore, necessario in ogni batteria per evitare cortocircuiti, è realizzato con alghe nori, comunemente utilizzate nella preparazione del sushi. Gli elettrodi sono stati poi incapsulati in un contenitore di cera d’api, da cui escono due contatti in oro alimentare, usato per le decorazioni di pasticceria.