Scarse conoscenze delle dinamiche economico finanziarie, entrate limitate e spese spesso elevate, scelte di investimento guidate da web o social media. La Generazione Z – quando si parla di educazione finanziaria – sembra non averi punti di riferimento, neppure in famiglia. quanto emerge dall’indagine promossa da Esdebitami Retake e condotta da Nomisma sui giovani della fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni. I dati saranno presentati oggi a Milano in occasione dell’evento Gen Z e consapevolezza finanziaria tra digitale, tecnologia e new economy’, iniziativa che rientra nel mese dell’educazione finanziaria ed è promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria del Ministero dell’economia e finanza.
Per otto su dieci tra i ragazzi della Gen Z, emerge dall’indagine, negli ultimi 12 mesi il denaro da gestire in autonomia ha raggiunto una media mensile pari a 842 euro in una combinazione tra stipendio, per chi lavora (nel 57% dei casi), regali ricevuti (37%) o paghetta dei genitori (32%).
Ma il campanello d’allarme proviene dal fatto che il 12% degli intervistati dichiara di ricavare guadagni da vincite a scommesse, giochi e lotterie.
Da segnalare anche come l’87% dei ragazzi attui azioni di risparmio, ma una quota minoritaria si dedica a qualche forma di investimento (solo nel 10% dei casi con cadenza mensile).
Una propensione che si scontra anche con le scarse conoscenze in ambito finanziario sottolinea Nomisma, con uno su due che per investire si affida alla rete con ricerche generiche su internet (33%) o sui social network (21%).
E se il 42% dei giovani tra i 18 e i 22 anni sostiene di valutare attentamente l’opportunità di fare o meno un acquisto in base alle proprie disponibilità finanziarie, dall’indagine emerge, però, che un ragazzo su cinque non pensa a quanti soldi ha a disposizione prima di effettuare un acquisto.