Archiviato ormai il Protocollo sulla mitigazione dei costi delle commissioni per i pagamenti elettronici, l’Agenzia delle entrate passa alla fase ispettiva alla ricerca di incongruenze in capo agli esercenti. Le imprese, infatti, che hanno emesso fatture e inviato corrispettivi per ammontare inferiore ai proventi risultanti dal Pos riceveranno dall’Agenzia delle entrate la segnalazione dell’anomalia, con l’invito a regolarizzare le eventuali violazioni tributarie attraverso il ravvedimento operoso. Destinatari delle missive sono i contribuenti soggetti passivi dell’Iva (essenzialmente imprese commerciali e artigiane a contatto con i consumatori) che presentano “potenziali anomalie” scaturite dal confronto tra l’importo complessivo delle transazioni giornaliere effettuate con mezzi di pagamento elettronico, comunicate all’Agenzia dagli intermediari finanziari, da una parte, e gli importi delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici trasmessi al Sistema di interscambio dell’Agenzia stessa, dall’altra.
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