Un totale di 397 miliardi di euro, pari al 40% dei consumi complessivi: sono le cifre monstre dei pagamenti digitali in Italia, un mercato che, stando al rapporto redatto dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, sta crescendo sempre più velocemente. A contribuire a questo risultato così importante sono stati sia i pagamenti contactless che quelli innovativi.
I primi si effettuano tramite carte di pagamento (di credito, di debito o prepagate) che utilizzano la tecnologia Rfid (Identificazione a Radio Frequenza). I secondi, invece, si realizzano attraverso smartphone o wearable e stanno ottenendo risultati straordinari. Lo scorso anno, infatti, nel nostro Paese le operazioni registrate con smartphone o dispositivi indossabili hanno raggiunto i 16,3 miliardi di euro di transato: +122% rispetto al 2021.
«L’obiettivo delle soluzioni di pagamento cashless è principalmente quello di rendere più agevole e agile possibile l’esperienza per l’utente – commenta Orazio Granato, Ceo di A-Tono, azienda indipendente che opera nel settore della comunicazione elettronica, dei pagamenti digitali, dello sviluppo di prodotti, servizi digitali e digital branding -. Soluzioni di near field communications (Nfc), di interazione ottica (Qr code), lettura di dati biometrici, incluso il riconoscimento facciale, combinati tra loro e gestiti con oggetti indossabili o impiegabili nel luogo in cui si deve verificare la transazione hanno dunque un obiettivo unico: semplificare la gestione del pagamento nel punto vendita o in prossimità di esso».
Anche a livello globale gli smart object payments stanno crescendo, con i riflettori puntati sulle auto intelligenti, ossia i veicoli dotati di connessione internet – gli Stati Uniti ne contano già circa 84 milioni. Infatti, con l’aumento del numero di connected car, sempre più automobilisti sceglieranno di effettuare pagamenti direttamente dal cruscotto per servizi come i pedaggi autostradali, i parcheggi, il pass per le piste da sci, il rifornimento di carburante o la ricarica elettrica, i pasti da asporto. In questo modo, l’auto connessa diventa parte integrante del mercato dei pagamenti tramite smart object.
«Per quanto riguarda il nostro gruppo – conclude Granato – siamo convinti che le tecnologie oggi sono sostanzialmente mature per realizzare soluzioni di questo tipo e l’architettura dei servizi DropPay è stata pensata fin dall’inizio per supportarne l’integrazione con i sistemi presso i punti di vendita. In attesa che la rete dei pagamenti trovi un vero standard aperto e inter operante, come accadde alla fine del secolo scorso per le comunicazioni e la rete Internet».