di Maurizio Pimpinella
A proposito di inclusione sociale, non si può fare a meno di fare un riferimento ai pagamenti elettronici.
Questi, infatti, possono promuovere l’inclusione finanziaria, ridurre i costi per le imprese e migliorare l’efficienza delle procedure per i cittadini, le imprese e le PA contribuendo notevolmente a semplificarle. Ad esempio, secondo uno studio del McKinsey Global Institute, l’adozione diffusa dei pagamenti elettronici potrebbe generare un aumento del PIL globale del 0,4% all’anno che in periodi di crescita (quando pure questa si verifica) dello 0 virgola rappresenta un boost notevole di cui si dovrebbe tenere conto.
Quando parliamo di pagamenti elettronici, parliamo di servizi che favoriscono l’innovazione, il lavoro, le opportunità di crescita e lo sviluppo di nuove condizioni di benessere, dal car sharing all’e-commerce, dalla cena a domicilio ai servizi di booking, tutti sono abilitati dai pagamenti elettronici. Sotto questo profilo, ricorrere ai contanti rappresenta quindi il residuo di un mondo che sta scomparendo, riservato magari ad alcuni cultori numismatici, un po’ come i rullini fotografici o i floppy disk, mentre i pagamenti elettronici sono lo strumento attivo non solo di pagamento ma di accesso all’economia digitale che è quella del presente e, soprattutto, quella del futuro: un futuro del quale i consumatori e le imprese (di settore e non) vogliono far parte.