di Eleonora Tomassi
Ufficializzato il decreto attuativo della Carta Risparmio Spesa, il nuovo ammortizzatore contro la povertà assoluta, da utilizzare per l’acquisto dei beni di prima necessità, chiamato anche ‘bonus 380 euro’. L’erogazione del beneficio economico è condizionata dalla presenza di più requisiti, tra cui un reddito annuo ricavato dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente – ISEE, pari o uguale a 15.000 euro. Inoltre sono esclusi dai beneficiari, i percettori di: Reddito di cittadinanza, Naspi, Reddito di inclusione etc.
L’idoneità o assegnazione dei buoni spesa sarà gestita dal Comune di appartenenza. I beneficiari potranno ritirare la Postepay Carta Risparmio Spesa presso l’ufficio Poste Italiane. La vera differenza dalle precedenti misure, riguarda la loro gestione, curata dalle Amministrazioni Comunali.
L’obbiettivo del governo Meloni è quello di arrivare prima e subito nelle tasche di chi ha bisogno di un aiuto alimentare, dati gli effetti disastrosi dell’inflazione sul potere di acquisto delle famiglie, che pesano sempre di più sulle tasche degli italiani.
La Carta risparmio spesa sarà operativa dal mese di luglio, senza domanda. Il Comune avrà il compito di individuare gli aventi diritto attraverso la valutazione dei requisiti disposti dalla normativa vigente.
L’erogazione dei buoni spesa è subordinata alla presenza di versi criteri, tra cui:
-registrazione di tutta la famiglia presso l’Anagrafe della Popolazione Residente;
-reddito complessivo di tutto il nucleo familiare certificato dall’indicatore ISEE, uguale o inferiore a 15mila euro.
-Azione combinata tra INPS – Comuni per l’assegnazione della Carta risparmio spesa 2023
Un (altro) passo avanti è proprio quest’ultimo punto, la combinazione tra l’INPS e Comuni per l‘assegnazione della PostePay Carta risparmio spesa.
Secondo quanto riportato nel decreto attuativo, non tutti i buoni saranno assegnati dai Comuni, ma c’è una proporzione di distribuzione spartita tra una quota di famiglie residenti e beneficiari individuati in base al valore del reddito pro capite di ogni Amministrazione Comunale, rapportato al reddito pro capite espresso su base nazionale.
L’Ente nazionale della previdenza sociale fornirà ai Comuni l’indicazione delle famiglie bisognose, ovvero quelle aventi diritto all’erogazione dei buoni spesa, senza domanda.
Nel decreto attuativo sono presenti risorse limitate, per cui per la distribuzione della Carta risparmio spesa, sarà condizionata da una scala di priorità:
-famiglie composte da almeno 3 membri, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009;
-famiglie composte da almeno 3 membri, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005;
-famiglie composte da non meno di 3 membri.
In ogni caso, l’ISEE fino a 15.000 euro, rappresenta il primo requisito da individuare a prescindere dalla presenza o meno degli altri elementi.
In presenza di risorse non consumate, l’Amministrazione Comunale può procedere alla distribuzione dei buoni spesa in favore delle famiglie con meno di 3 persone.