I recenti collassi di attivita’ legate alle criptovalute mettono in evidenza che “la grande volatilita’ delle quotazioni le rende evidentemente inadatte all’uso come mezzo di pagamento; esse hanno svolto finora solo una funzione speculativa”. Lo afferma il direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini alla settima edizione del Convegno in materia di contratti bancari e finanziari organizzato dalla Banca d’Italia insieme alla Scuola Superiore della Magistratura.
“Se uno strumento rappresenta un’attivita’ per qualcuno, ma non e’ passivita’ di nessuno, il suo valore non poggia su alcun elemento concreto; il rischio insito e’ estremo e non puo’ essere mitigato dalla regolamentazione”, ha aggiunto Signorini, secondo cui “le violente oscillazioni di valore di taluni strumenti, il collasso di altri, ne sono il segno”.
“La distinzione rilevante – secondo Signorini – non e’ quella tra tecnologie piu’ o meno avanzate, ma tra strumenti che sono in qualche modo assimilabili a quelli tradizionali, in quanto emessi da un’entita’ ben identificabile che detiene un adeguato paniere di attivita’ a contropartita, e strumenti per i quali questa condizione non si verifica.
Per i primi – dice il Direttore generale di Bankitalia – e’ ragionevole adottare una regolamentazione simile, nella sostanza, a quella degli strumenti tradizionali (per esempio in tema di trasparenza, liquidita’, leverage, capitale minimo); per i secondi questo non e’ possibile”. Dal canto suo, ha concluso Signorini, la Banca d’Italia, come altre autorita’ monetarie e di vigilanza, “da tempo mette in guardia il pubblico nei confronti di atteggiamenti non sufficientemente attenti e cauti nei confronti di questo tipo di strumenti; da ultimo con la nostra Comunicazione in materia del giugno scorso”.