In Italia, la cultura delle mance quando si va al bar o al ristorante non è molto sviluppata. Certamente non lo è quanto quella, ad esempio, dei paesi anglosassoni. Eppure, anche da noi si tratta di una buona abitudine che sta crescendo. Talvolta però, a frenarci non è la mancanza di volontà di premiare il buon servizio ricevuto ma da un lato la mancanza di “spiccioli” in tasca e dall’altra la difficoltà di riceverle da parte del cameriere. In un’economia dei pagamenti sempre più digitalizzata, quindi, una start-up ha pensato di digitalizzare anche la ricezione e la gestione delle mance. Tack Pay permette di lasciare una mancia con facilità e sicurezza senza creare difficoltà al cliente e oneri di gestione al cameriere e all’esercente, incentivando tra l’altro la promozione dell’economia cashless. Oggi intervistiamo Matteo Tranchida CEO e Co Founder di Tack Pay per capire meglio come funziona questa innovativa iniziativa.
Per prima cosa, vorremmo soddisfare la curiosità dei nostri lettori con una domanda forse banale ma dalla quale si può capire la filosofia di TackPay. In un Paese in cui la cultura della mancia non è molto diffusa e dove i pagamenti in contanti sono ancora diffusi per la maggior parte, da dove nasce l’idea di digitalizzare le mance?
- L’idea è nata lavorando come cameriere e analizzando il trend dei pagamenti. Ogni giorno mi trovavo di fronte a un numero sempre maggiore di persone che pagavano con la carta di credito (spesso turisti): questo non permetteva ai clienti di lasciare la mancia perché sprovvisti di contanti o perché l’azienda preferiva non incassare mance via pos per ragioni di costi e contabilità. Al di là del fatto di poterle accettare, che è il primo e fondamentale passo, c’è un altro problema ben noto a chi ha lavorato nel settore: le mance sono spesso gestite male, se non rubate, da colleghi, clienti e persino manager. Ogni mancia incassata non ha la garanzia di arrivare nelle giuste tasche. Non c’è tracciabilità e alcun tipo di controllo su mance raccolte e lasciate per esempio in un barattolo accessibile a tutti: ogni membro del personale, una volta ricevuta la rispettiva parte di mancia, si chiede se i conti siano giusti o se le mance siano state divise in modo corretto tra i vari membri. Trattandosi di soldi, potete capire quanto sia impattante questo aspetto sul clima e la soddisfazione del personale.
L’avvio di TackPay è stato più complesso dal punto di vista tecnico o da quello culturale, e quanto ritieni possiate contribuire alla transizione cashless?
- Si può dire che entrambe siano state complesse. Per la natura del nostro business dobbiamo avere ampio margine di flessibilità sull’accettazione e la divisione dei soldi tra i vari utenti. Il nostro algoritmo tiene conto di molteplici fattori e questi sono anche modulabili a seconda delle preferenze dell’utente. Appena partiti non c’erano soluzioni disponibili online che permettessero al nostro algoritmo di operare a pieni poteri: erano presenti molte soluzioni pensate per e-commerce e meno per un modello a marketplace come il nostro. Dal punto di vista culturale scontiamo un po’ la credenza che in Italia non si diano mance, quando in realtà non è proprio così. Basti pensare alla mole di turisti presenti sul nostro territorio abituati e volenterosi di lasciarla ma che non trovano un ecosistema pronto. Nonostante per noi l’italia sia un paese chiave, TackPay sta lavorando con alcuni clienti all’estero e sta portando avanti 2 piloti per sviluppare il mercato in paesi con una Tip culture ancora più forte. Grazie alla nostra esperienza semplice e molto veloce pensiamo di contribuire alla transizione cashless sdoganando i pagamenti digitali anche per piccoli importi e per transazioni in-person.
Contactless e col Qr code, il vostro modello sembra quasi prendere spunti dalle migliori esperienze estere. Ci sono state influenze, come ad esempio quelle delle super app cinesi?
- Assolutamente si, ancor prima dello scoppio del covid e della acquisita popolarità del QR code stavamo già sviluppando un’esperienza che lo includesse. Nonostante il cliente possa lasciare una mancia senza alcune registrazione o app (avviene tutto su una webapp e il pagamento richiede pochi secondi), al momento stiamo anche vagliando l’idea di un componente hardware su cui si possa direttamente appoggiare la carta e bypassare l’esperienza web.
In caso di clienti dell’area extra euro, come funziona il sistema?
- Il sistema è pressoché invariato se non per alcune specifiche e customizzazioni che tengono conto degli usi locali. Anche al di fuori dell’area euro si ha la necessità di ricevere mance dirette e in modo cashless: ci sono aziende che vogliono dare al loro staff la possibilità di raccogliere mance direttamente in modo da semplificare le operations (vengono bypassati i conti dell’azienda) e dar loro più controllo sulle mance. Alcuni ristoranti prevedono già l’inserimento della tip nel conto ma è comunque una soluzione centralizzata e in determinati contesti non è la soluzione più opportuna siccome non dà la possibilità di premiare il membro dello staff desiderato. In più, in hotel e altre aziende del settore Ho.Re.Ca dove il pagamento avviene in anticipo o in modo sfalsato rispetto all’esperienza da fruire non si ha modo di premiare lo staff se non tramite contante. C’è sempre più attenzione al digital tipping da parte di attività del settore hospitality di tutto il mondo: queste stanno tutte riscontrando un drastico picco di mance dovuto alla minor circolazione del contante e vedono in questa tecnologia una soluzione per contrastare il continuo abbandono del personale e la mancanza di sistemi incentivanti. Per quanto riguarda i singoli utenti quali autisti, fattorini, artisti di strada ecc la necessità è più o meno la stessa in tutto il mondo, abbiamo registrazioni su questi ultimi segmenti di clientela sia dal Regno unito che dall’Australia che dall’Italia. L’app funziona allo stesso modo ma semplicemente con valute diverse.
Pensate di mettere a disposizione di tipper e tipped anche un wallet cripto?
- Al momento ci stiamo concentrando sul nostro prodotto core che è il barattolo delle mance virtuale (con valute fiat). Cerchiamo di tenerci sempre aggiornati sulle evoluzioni del mercato e in più il mercato crypto lo conosciamo da vicino. Se riscontreremo questo tipo di interesse da parte dei nostri utenti, valuteremo se offrire questa estensione di prodotto.
Quali sono i progetti di sviluppo per il futuro, sarebbe eventualmente possibile espandere il modello anche ad altri ambiti come quello del crowdfunding e del fundraising, o questi contesti non rientrano affatto nei progetti di sviluppo?
- Abbiamo alcune idee per gli sviluppi futuri, alcune rese possibili grazie ai dati raccolti dalla nostra piattaforma e altre che servirebbero a consolidarci come partner per i pagamenti in settori chiave. Non escludo il crowdfunding e il fundraising in futuro in quanto è possibile espandere il modello a questi ambiti ma al momento non sono parte della nostra visione.