di Riccardo Porta
Anche gli addetti ai lavori italiani, durante questo o quel convegno, hanno cominciato a dirlo senza remore: gli acquisti online stanno diminuendo rispetto allo scorso anno, stiamo perdendo la trazione. Le persone sono tornate un po’ nei negozi e l’ecommerce ne sta facendo le spese.
Un dato arriva dall’Inghilterra dove, a commercio elettronico, stanno più avanti di noi: maggio è stato un mese infelice. Già Aprile ha avuto una crescita piatta ma gli online retailer a maggio registrano un calo del -8.7%. Cresce lo scontrino medio ma si allunga il tempo decisionale. Categorie più colpite: salute e bellezza (-28%) e casa e giardino (-23%). Capisco la seconda, meno la prima.
Categoria che continua spingere: l’abbigliamento (+14%).
E, attenzione, sembra che i consumatori preferiscano i prodotti di fascia medio/alto quasi a dire: ho pochi soldi ma voglio spenderli in qualità o in prodotti che durino.
Forse bisogna fare qualche correzione rispetto a un business plan in grande crescita per il 2022. O forse no, dipende come te la stai giocando nel tuo settore.
P.S.
Anche Amazon ha registrato un calo degli ordini nel Q1: le vendite online sono diminuite del 3%
In controtendenza la Cina che registra un +3.3% YoY per l’online e un crollo del 11% nel retail fisico. Ma sappiamo tutti che cosa stia ancora succedendo laggiù.
A corredo di tali rilevazioni, ecco i dati del Netcomm/Politecnico. La decrescita (possiamo dire fisiologica?) è cominciata già nel 2021 e si assesterà durante il 2022. Attenzione 1: questo non vuol dire che il commercio elettronico non sia più un canale di vendita. Vuol dire solo che dobbiamo inquadrare tutto il fenomeno e la relativa crescita (per il momento) guardando agli anni pre-pandemia.
Attenzione 2: si parla di e-commerce di prodotto e b2c. Non si sta parlando dei servizi che, senza dubbio, quest’anno ritroveranno una nuova linfa e andranno a bilanciare il calo (parlo di travel, ticketing, etc)