E’ probabile che l’emissione di valute digitali da parte delle banche centrali diventi una necessita’ per preservare l’accesso al denaro pubblico in un’economia sempre piu’ digitale. Alla Bce lo scorso anno abbiamo avviato la fase di indagine del nostro progetto sull’euro digitale. E a livello globale, 87 paesi, che rappresentano oltre il 90% del Pil mondiale, stanno attualmente esplorando una moneta digitale”.
Lo ha detto Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo Bce, intervenendo a una conferenza organizzata dalla Iese Business School di Barcellona.
“La ricerca sulle valute digitali delle banche centrali (Cbcd) ha fatto passi da gigante – ha detto Panetta – In pochi anni, i ricercatori sono passati dalle prime definizioni di Cbdc, allo studio dei suoi effetti sul sistema finanziario e sulla politica monetaria, e ora al lavoro empirico sulle sue potenziali caratteristiche di progettazione. Questa ricerca e’ una parte essenziale dell’analisi che guidera’ le decisioni dei decisori politici.
Questi progressi mi portano a concludere che, sebbene le Cbdc abbiano una serie di implicazioni potenzialmente di vasta portata per il sistema monetario e finanziario nel suo insieme, un’attenta progettazione sara’ fondamentale per consentirci di massimizzare i vantaggi delle Cbdc e gestire eventuali conseguenze indesiderate”.
“Con l’euro digitale – ha concluso Panetta – vogliamo garantire che, nell’era digitale, gli europei possano fare affidamento su una valuta che combini l’efficienza dei pagamenti digitali con la sicurezza della moneta della banca centrale”.