L’esclusione, probabilmente selettiva, della Russia dal circuito Swift è una delle misure sul tavolo per punire il paese dopo l’invasione dell’Ucraina. In questi giorni ne abbiamo sentito parlare diffusamente, cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e di capire perchè tale sanzione nasconde dei rischi anche per noi, oltre alla possibilità di essere parzialmente bypassata. Per prima cosa, chiariamo un concetto: su Swift non transitano soldi. Swift è la rete mondiale che fornisce servizi di messaggistica per la verifica dei pagamenti interbancari. Senza di lei non circolerebbe più il denaro, non si farebbe più business. Si tratta quindi di un servizio fondamentale ma che non mette direttamente mano ai soldi. Tagliare fuori banche e società finanziarie russe dal circuito globale Swift avrebbe una portata distruttiva che può andare molto al di là della Russia e per questo è un’arma finanziaria “nucleare” che va maneggiata con cura. Il pericolo di ricorrere ad una simile deterrenza è alto per tutte le parti, in particolare per quelle che fanno riferimento alle economie europee già esposte nei confronti del sistema finanziario russo, e viceversa ovviamente. D’altro canto, per i russi esistono già almeno due sistemi per aggirare il blocco. ciò che pone anche le premesse per un cambiamento del sistema finanziario contemporaneo. Lo SWIFT era stato concepito come un sistema neutrale e ciò che sta avvenendo in queste ore contraddice in parte questa sua natura.
Per prima cosa, la Russia ha già un sistema domestico sul quale transitano il 20% circa delle operazioni e poi potrebbero esserci pronte le alternative offerte dai paesi amici come Cina e probabilmente India, SPFS e CIPS.
Un’ulteriore alternativa allo SWIFT potrebbe essere, invece, il ricorso alle criptovalute che nascono già con l’intento di disintermediare i canali finanziari tradizionali. Un ultimo strumento di aggiramento potrebbe essere rappresentato dal nuovo circuito dello Yuan digitale sul cui funzionamento però al momento non è possibile pronunciarsi.