La fintech 100% italiana e indipendente sta strutturando un’offerta completa di servizi che massimizzano le opportunità nell’ambito dell’aggregazione. Partendo dalle esigenze dei clienti
Come è stato per l’open banking in occasione dell’entrata in vigore della PSD2, così sta accadendo nell’open finance. Rispetto a quelle che sono gli “obblighi” imposti dalla normativa, c’è un campo larghissimo di opportunità che si possono cogliere, ampliando lo sguardo rispetto alla compliance delle regole e concentrandosi su quelli che sono (o saranno) le attese e i bisogni dei consumatori, e quindi i servizi che il mondo bancario e finanziario sarà chiamato a mettere in campo.
È questa la prospettiva lungo la quale si muove, fin dalla sua nascita, Utego, fintech 100% italiana e indipendente, la prima a essere stata abilitata da Banca d’Italia ad operare come AISP (Account Information Services Providers), ovvero come aggregatore di conti correnti. «Nel 2018, quando noi fondatori di Utego abbiamo iniziato a strutturare questo business, stava iniziando una rivoluzione nel mondo dei pagamenti, ma le grandi realtà non pensavano ancora ad erogare servizi di aggregazione e i gateway che stavano nascendo non si erogavano servizi as-a-service. Abbiamo quindi dovuto fare tutto “in casa”, e questo ci ha aperto numerose opportunità», ha raccontato a Bancaforte Stefano Musso, Ceo e co-founder della fintech.