Gli attacchi cibernetici sono diventati il primo rischio per il sistema finanziario globale. Lo dicono gli esperti e lo sottoscrive Fabio Panetta, membro italiano del board della Bce, nell’intervento al meeting dell’Ecrb, l’acronimo per Euro Cyber Resilience Board, un foro di confronto tra gestori delle infrastrutture finanziarie europee. Panetta nell’intervento da’ voce alle preoccupazioni dei banchieri centrali: bene la digitalizzazione che migliora il sistema finanziario con, ad esempio, un sistema di pagamenti transfrontaliero che diventera’ piu’ rapido, meno costoso e piu’ trasparente ma i rischi cyber e la vulnerabilita’ delle infrastrutture stanno aumentando. Una delle preoccupazioni riguarda quello che sembra essere diventato un punto debole: i pacchetti software dei fornitori gia’ infettati dai cyber criminali, una sorta di Cavallo di Troia che puo’ entrare in un sistema protetto e carpire dati sensibili per mesi prima di entrare in azione. I criminali cibernetici “sfruttano sempre piu’ le vulnerabilita’ nella catena di approvvigionamento e nei fornitori di terze parti al fine di compromettere o rubare dati, interrompere i servizi o richiedere pagamenti di riscatto” osserva il banchiere centrale. Le preoccupazioni della Bce sono le stesse espresse di recente dalla Banca d’Italia. Gli attacchi cyber “sono sempre piu’ sofisticati e sempre piu’ frequenti” nota ancora Panetta nel testo dell’intervento e se le vittime se ne accorgono in ritardo “le conseguenze possono essere incommensurabili”. La prima cosa da fare quindi, nota l’esponente della Bce, e’ “monitorare tutto il software e l’hardware nei nostri ambienti It, non importa quanto piccoli siano, e non concentrarci esclusivamente sui nostri fornitori di terze parti piu’ critici. E abbiamo bisogno di scambiare informazioni critiche e affrontare questa minaccia”.
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