Il green pass è essenzialmente uno strumento che attesta l’immunità ricevuta (da vaccino o dopo aver contratto il virus) o la negatività al covid19 e permette sia di viaggiare sia in alcuni casi ad accedere ad eventi e strutture riservate. Servirà infatti per partecipare alle feste di nozze, ma anche per concerti e partite di calcio, nonché per visitare da subito un parente in una Rsa e, in futuro, forse anche in ospedale. Il passaporto è in vigore già dal 26 aprile da quando si è deciso di introdurre il documento per ora cartaceo e presto (entro il 20 giugno) digitale. A partire dal mese di giugno poi sarà utilizzato anche per viaggiare nell’UE.
La durata del green pass
La durata del green pass è da 6 a 9 mesi dalla seconda dose del vaccino. La novità ulteriore è quella del suo rilascio già due settimane dopo l’avvenuta somministrazione della prima dose. Insomma una sorta di “foglio rosa” che già consentirà di sfruttare i benefici del certificato. Questo significa che la durata del green pass cambierà a seconda del tipo di siero. Se si ricorre a esempio a quello monodose Johnson & Johnson la copertura sarà di 9 mesi mentre con AstraZeneca, che ha una finestra di 12 settimane tra prima e seconda dose, la durata del certificato arriverà a quasi 12 mesi. Per chi ricorre infine ai vaccini a Rna messaggero Pfizer e Moderna (richiamo dopo 42 giorni) va calcolata una durata intermedia. La durata della certificazione verde in caso di guarigione dal Covid resta invece di sei mesi. In caso di tampone negativo (molecolare o anti-genico), il certificato ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test.
Quando serve
Il green pass serve per spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa (anche se in questa fase l’Italia in realtà è tutta gialla), ma anche per visitare gli anziani nelle case di riposo (Rsa). Potrebbe presto essere approvata una modifica che consentirà anche la visita ai parenti in ospedale. E servirà dal 15 giugno per partecipare a feste e banchetti di nozze. Possibile il ricorso a questo certificato per presenziare ad altri eventi, come i concerti con capienza maggiore di quella attualmente consentita (fino a un massimo di mille spettatori in impianti all’aperto e fino a 500 al chiuso), ma anche per andare in discoteca. Il green pass al momento non è ancora utilizzabile dagli europei: per chi entra in Italia, eliminata dal 16 maggio la mini-quarantena di cinque giorni, resta infatti l’obbligo del tampone negativo. E chi dall’Italia si sposta in un Paese Ue, anche se vaccinato, ha bisogno ancora di un tampone negativo prima della partenza. Almeno per ora. A fine giugno Bruxelles punta però a introdurre un green pass a livello Ue. Quindi gli italiani così come i cittadini degli altri paesi europei potranno muoversi liberamente se lo avranno in tasca. A meno di restrizioni ulteriori decise dai singoli Stati.
Come si ottiene
«Entro il 20 giugno sarà definita la versione digitale» del green pass come ha spiegato ieri il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – sarà un Dpcm a definire le modalità sentendo anche il Garante della privacy -: si punterà su un QR Code associato a un codice identificativo univoco a livello nazionale e che dovrà essere leggibile da tutti gli Stati Ue nel momento in cui sarà licenziata la versione europea. Nel frattempo il certificato verde è soprattutto cartaceo: per i vaccinati la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo (o digitale), dalla struttura sanitaria ovvero dal medico o farmacista che effettua la vaccinazione.
Per i guariti dal Covid la certificazione verde è rilasciata invece dalla «struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti guariti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Il risultato negativo del tampone viene invece attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.