Ad Amazon non basta più avere inciso profondamente sulle abitudini di consumo e di acquisto di milioni di persone, compresi noi italiani, alle recenti voci relativi una possibile acquisizione di MGM, che andrebbe e a rafforzare il pacchetto prime video, ora si paventa uno sbarco nell’ambito delle telecomunicazioni. A fine marzo, infatti, Amazon avrebbe richiesto al Mise di essere autorizzato a fornire servizi di comunicazioni elettroniche. Se ciò dovesse non solo essere confermato ma anche vedere la luce il mercato vedrebbe improvvisamente un nuovo forte operatore contendere clienti a tutti gli altri. E già immaginiamo cosa potrebbe succedere, magari con abbonamenti Prime tutto incluso.
Tutto ruota intorno ad Amazon connect, che, come si legge sul sito, «è un contact center cloud omnichannel facile da utilizzare che aiuta a fornire un servizio clienti eccellente a costi ridotti». Dieci anni fa, il settore retail di Amazon aveva bisogno «di un contact center che offrisse ai clienti un’esperienza personale, dinamica, naturale. Non esisteva, così lo abbiamo creato. Ora e disponibile per tutte le aziende e oggi migliaia di organizzazioni con decine di migliaia di agenti utilizzano Amazon connect per servire milioni di clienti al giorno». Secondo l’Agcom, insomma, Amazon connect va qualificato quasi come un servizio telefonico accessibile al pubblico, «in base alia normativa di settore in quanto consente alia clientela di effettua-re e ricevere chiamate facendo uso di numerazioni del nostro Paese ». Agcom e stata la prima in Europa ad accorgersene anche perché il nuovo presidente Giacomo Lasorella sembra aver deciso di prestare maggiore attenzione al mondo degli Ott, ovvero quelle aziende che forniscono tramite Internet contenuti video e soprattutto pubblicità.
Al momento Amazon non sembra voler bruciare le tappe. Ma grazie all’abilitazione del Mise un giorno potrebbe diventare produttore o anche distributore magari allargando appunto il modello Prime. Il risultato e che nel nostro Paese, alia vigilia della rete unica, va aumentando la presenza di operatori (Iliad per esempio), pronti asfruttare le nuove dorsali di telecomunicazioni. Ma allo stesso tempo vanno sempre più affermandosi aziende multiservizi, come da anni sta facendo Poste italiane. Nel 2022 e previsto lo sbarco di Poste nel mercato dell’energia, con l’idea di diventare tra i primi cinque operatori del settore in Italia entro il 2024. Chissà se un giorno ci arriverà anche Amazon.