di Deborah Ullasci
L‘insurtech si candida ad essere l’ultima frontiera potenzialmente dirompente di un settore dinamico come quello assicurativo. Le grandi aziende tech come Amazon, Netflix, Google, Spotify, ci hanno abituati ad una fruizione immediata, e personalizzata facendo della user experience la loro mission aziendale, motivo per cui i consumatori ora pretendono la stessa qualità di offerta anche nei servizi attinenti al comparto assicurativo.
L’incertezza post covid inoltre ha alimentato la consapevolezza del bisogno di protezione e i clienti sono attratti da prodotti assicurativi fruibili in maniera semplice, immediata e trasparente. Le piattaforme di assicurazioni online consentono di personalizzare l’offerta e la copertura quasi in tempo reale. A individuare il profilo del consumatore saranno le informazioni personali, i dati sociodemografici e comportamentali che permettono di costruire un’offerta targetizzata, tailor-made, costruita ad hoc in base alle esigenze personali premiando comportamenti virtuosi.
Stato dell’arte dell’Insurtech in Italia
Secondo una ricerca dell’Italian Insurtech Association (IIA) il 2020 è stato il primo anno in cui le polizze on-demand hanno davvero iniziato a penetrare il mercato assicurativo italiano: sono state infatti 385.000 le persone che hanno acquistato queste soluzioni, pari all’1,2% della popolazione digitale. La crescita, rispetto ai dodici mesi precedenti, è stata sia nel transato (250%) sia nella maggiore conoscenza del prodotto (+310%).
Confrontando questi dati con le rilevazioni dell’Osservatorio FinTech e InsurTech del Politecnico di Milano, secondo cui in Italia 9 clienti su 10 hanno dimostrato predisposizione ad avvalersi di assicurazioni di tipo on demand, emerge da un lato l’esistenza di una domanda crescente di servizi assicurativi fondati sull’utilizzo di nuove tecnologie e dall’altro lato un ritardo dell’offerta di buona parte dell’industria assicurativa che resta ferma all’1,5% dell’offerta complessiva e tarda a svilupparsi in linea con il suo potenziale, lasciando sostanzialmente una domanda insoddisfatta.
Il rapporto “Global InsurTech Market 2020-2024”, pubblicato da ResearchAndMarkets.com, conferma che il mercato insurtech potrebbe registrare, tra il 2020 e il 2024, una crescita del 36% per un ammontare di 21,27 miliardi. La pandemia ha inoltre cambiato il rapporto tra le assicurazioni e la loro clientela modificando la percezione verso il comparto assicurativo per la maggior parte dei giovani (54%).
Sempre secondo la ricerca dell’Italian Insurtech Association (IIA), prima del coronavirus solo il 22% degli over23 aveva comprato un’assicurazione non RC Auto. Oggi il 53% lo farebbe, soprattutto in tema salute. Secondo il rapporto InsurTech Global Outlook 2020, di Everis e Ntt Data, il mondo InsurTech nel 2019 ha raccolto a livello globale 6,3 miliardi di dollari, ben il 58% in più dell’anno precedente
Quali e cosa sono le polizze on demand?
La on demand insurance è un modello di assicurazione digitale che permette alle Compagnie di rispondere al bisogno assicurativo di un potenziale cliente esattamente nel momento in cui sorge il bisogno e solo per il tempo necessario. Una caratteristica distintiva è la completa digitalizzazione del processo di acquisto, via web e ancor di più via mobile attraverso una piattaforma che da un lato è sostanzialmente un e-commerce, dall’altro è in grado di processare i dati e automatizzare il più possibile una sottoscrizione infine deve essere dotata di una interfaccia cliente semplice, intuitiva, accattivante, trasparente.
Un modello che coinvolge community di persone e ispirato a logiche win-win costituendo una soluzione che motiva il cliente ad agire in modo consapevole e virtuoso, con la prospettiva che il buon comportamento (ad es. guida sicura, conduzione di uno stile di vita sano, ecc) venga premiato, riducendo la probabilità di accadimento di un sinistro e, di conseguenza, i costi sostenuti dalla Compagnia per la liquidazione dei sinistri innescando così comportamenti virtuosi.
Le tipologie di polizze on-demand possono essere divise in quattro categorie
La prima è l’Instant, ovvero si può instaurare nell’istante in cui sorge la necessità di una copertura, l’utente può attivare tramite dispositivi tecnologici una polizza calibrata sulle sue esigenze specifiche. Il premio viene calcolato grazie ad algoritmi che elaborano i dati immessi e li convertono in rischio metrico. L’utilizzo dei dati consente anche di poter formulare una proposta su misura, nonché di fornire informazioni accessorie.
Le micro, sono caratterizzate da una rapida sottoscrizione, da un basso importo del premio di polizza e da coperture assicurative attive per un periodo di tempo limitato (da poche ore, a giorni o poche settimane). In questo modo si vanno a colmare le esigenze del cliente in situazioni e momenti specifici, ben definiti, che rimarrebbero altrimenti non soddisfatte e non coperte da garanzie assicurative.
Le pay-per-use prevedono il pagamento di un premio variabile in funzione dell’utilizzo effettivo (dell’auto per esempio), o meglio per il “rischio” effettivo adattandosi ai bisogni del cliente. Si attivano solo quando se ne ha realmente bisogno (qualche giorno prima di partire per un viaggio) e coprono una limitata tipologia di rischi (ad esempio gli infortuni causati dall’attività sciistica).
Infine le inclusive, in quanto abbinate ad un prodotto o servizio venduto in modalità digitale.
Secondo la ricerca “Penetrazione delle polizze on-demand in Italia” condotta nei mesi di settembre e ottobre 2020 dall’Italian Insurtech Association (IIA), l’11% della popolazione digitale italiana è consapevole dell’esistenza delle polizze on-demand. Tra le 385.000 persone che hanno acquistato una delle quattro tipologie negli ultimi 12 mesi, ai primi posti troviamo le soluzioni inclusive (55%) e quelle pay-per-use (33%, in particolare per la casa o gli animali domestici). Mentre instant e micro (specie per coperture infortunio giornaliere e coperture viaggi giornaliere) pesano rispettivamente per il 32 e il 23%.
In Italia si è saputa distinguere YOLO, è l’insurtech che offre servizi e tecnologie che abilitano polizze on-demand, e che lavora sia con offerte dirette al pubblico come intermediario assicurativo, sia fornendo tecnologia alle Compagnie, l’unica ad presente nella lista realizzata da Insurtech Global, chiamata Insurtech100 2020.
Smart insurance e Blockchain
Cloud, intelligenza artificiale, sistemi capaci di analizzare big data e di automatizzare il processo di sottoscrizione, sensori o device telematici (nel caso auto), IoT, Blockchain sono le principali tecnologie abilitatrici della smart insurance per creare nuovi tipi di contratti e prodotti assicurativi disegnati sulle effettive esigenze e profilo di rischio del cliente.
Gli smart contracts sono dei contratti intelligenti e automatizzati che, sfruttando le nuove tecnologie e più in particolare le blockchain, permettono di eliminare la possibilità, per una delle parti coinvolte, di decidere arbitrariamente di non rispettarne pagamenti e/o clausole.
Sono fondamentalmente dei software basati sulla tecnologia blockchain che vanno ad automatizzare, e di conseguenza a semplificare la verifica e il rispetto di una negoziazione e/o esecuzione di un contratto. La caratteristica principale degli smart contracts consiste nell’essere contratti auto-eseguenti. In sostanza, le parti concordano il contenuto delle clausole contrattuali le quali, poi, una volta “tradotte” in linguaggio blockchain, non hanno più bisogno di alcuna manifestazione di volontà dei contraenti per dare esecuzione a quanto concordato nel contratto.
Queste caratteristiche fanno sì che gli smart contracts diano la certezza che venga effettuata l’azione prevista al verificarsi della formalizzazione delle clausole contrattuali.
L’utilizzo della tecnologia Blockchain e dei Smart Contract ottimizza il processo di emissione e gestione delle polizze rendendo veloce e certa la liquidazione del danno agli assicurati. Inoltre, per la verifica dell’accadimento del sinistro, ad esempio, si utilizzano fonti terze, certificate e pubbliche che permettono di aprire la pratica di liquidazione e procedere automaticamente al rimborso al verificarsi di determinati eventi (ad esempio, ritardo del volo nelle coperture viaggio o maltempo nelle coperture eventi).
In questo modo, il consumatore non dovrà piu occuparsi di tutti i passaggi burocratici per la denuncia del sinistro, per il riconoscimento dell’ammontare del danno e l’importo sarà automaticamente accreditato.
CONCLUSIONI
Il comparto assicurativo diventerà puramente digitale? No, essendo la sua attività estremamente legata alle persone (consulenti, broker, assicuratori, gestori di sinistri)
Si rischia di andare verso il superamento del rapporto tra cliente e consulente assicurativo? Il ruolo del consulente sarà ancora rilevante ma probabilmente si sposterà su altre tipologie di prodotti e servizi, diventando un “enabler tecnologico” , cioè un diffusore e facilitatore delle nuove tecnologie.
Questi nuovi prodotti non vanno inoltre a sostituire la tradizionale offerta assicurativa, ma piuttosto la integrano e arricchiscono, andando quindi a colmare dei gap di copertura assicurativa lasciati dalla tradizionale industria assicurativa. Il rischio però è che l’utente si focalizzi troppo su rischi considerati “minori” e minimizzi in un certo senso il ruolo per ragioni di convenienza economica.
Acquistare una copertura limitata al solo momento del bisogno percepito può sembrare più conveniente dal punto di vista della spesa nell’immediato, ma non sempre corrisponde ad una valutazione corretta del rischio. Nulla a che fare, dunque, con le esigenze di chi ricerca una polizza vita per pianificare la gestione del suo patrimonio nel medio e lungo periodo o in ottica previdenziale. Resta decisiva quindi la figura del consulente, l’unico in grado di identificare tempestivamente i bisogni a lungo termine del cliente e offrire le migliori soluzioni.