di Maurizio Pimpinella
Le recenti elezioni negli Stati Uniti, saranno probabilmente le più rilevanti del decennio per il contesto geopolitico nel quale si sono tenute. Pandemia a parte, lo scontro tra Stati Uniti e Cina viaggia talvolta in forma acuta, talvolta in sordina ma rimane il leit motiv di questo lustro. Prima o poi dovremo arrivare ad una soluzione ed è prima di questa fase che dovrà essere determinato il ruolo dell’Europa che sta cercando di emergere da sé stesso ed affrancarsi nei confronti dei giganti USA e Cina e dal suo tradizionale ruolo (a volte sterile) di regolatore. L’Europa deve evitare di sviluppare un’attitudine opportunistica nei confronti dei due principali contendenti, sacrificando di volta in volta qualcuno dei propri principi morali in cambio di convenienze commerciali contingenti. Un atteggiamento del genere porta inevitabilmente a compromessi, ciò di cui l’Europa non ha bisogno per il suo stesso bene.
I piani a lunga scadenza dell’Europa su economia verde e digitale dovrebbero essere accompagnati subito da iniziative coerenti su scuola, trasformazione industriale e welfare. Vi è, tuttavia, una differenza di fondo tra obiettivi a breve e a lungo termine. I progetti a lunga scadenza vanno bene ma come europei abbiamo necessità di interventi immediati ed efficaci che garantiscano la sostenibilità competitiva nei confronti di soggetti strutturati anche per le emergenze: lo dimostra, ad esempio, il fatto che l’economia della Cina è tornata a correre nel terzo trimestre del 2020 dopo aver (almeno apparentemente) vinto la crisi sanitaria. Se pensiamo di essere troppo piccoli e non abbastanza influenti come Europa e come Italia, forse non ci è ancora chiaro che proprio da queste “piccole” ma eccezionali basi può partire la riscossa di un continente e di un Paese che con le sue eccellenze ben direzionate potrebbe giocare un ruolo che non si limiti ad essere solo più vicino all’uno o all’altro contendente in base all’opportunità del momento. L’Europa e l’Italia al suo interno devono essere in grado di costruire le proprie fortune sull’indipendenza di ruolo.
In questo scenario, il ruolo dell’Italia è ancora più rilevante, naturale ponte geografico tra culture, popoli e tendenze dovrebbe far valere i punti di forza di cui è ancora ricca nonostante le difficoltà per un rilancio dell’intero sistema. È chiaro, però, che questa strada non può prescindere da un grande processo di digitalizzazione che deve passare anzitutto dalla pubblica amministrazione, semplificandone i passaggi e rendendola pienamente al servizio dei cittadini e delle imprese. Qualcosa si sta muovendo in questa direzione ma spetta a noi vigilare che ciò avvenga davvero, e in tempi tali da non perdere le opportunità cruciali che in questo momento pur ci sono.