Google, Amazon e altre imprese tecnologiche potrebbero comunicare i dati dei loro utenti al fisco. L’Europa trasformerebbe quindi i giganti del web in «collaboratori fiscali» per sorvegliare l’evasione di chi guadagna attraverso il web. Coloro che non si adegueranno potrebbero patire anche lo stop all’accesso al mercato. Lo prevede la revisione della Direttiva sulla cooperazione amministrativa (Dac7) come proposta a luglio dalla Commissione europea e approvata ieri dai ministri delle finanze dei paesi dell’Unione europea.
Google e Amazon, ma anche Facebook, Instagram, Airbnb ecc. dovranno dunque informare il fisco sull’identità di chi si arricchisce attraverso le proprie piattaforme. La Dac7 garantirà che le amministrazioni fiscali ottengano in via automatica le informazioni sulle transazioni effettuate dagli utenti negli stati membri: i dati serviranno per contrastare evasione Iva, dazi e imposte sul reddito. Le piattaforme situate all’esterno dell’Ue dovranno registrarsi in uno stato membro e dovranno inviare le informazioni a quest’ultimo (che le condividerà con gli altri stati membri). Arriveranno pesanti sanzioni graduali in caso di mancato rispetto delle regole da parte delle piattaforme; fino alla sanzione massima che sarà la sospensione di accesso al mercato.
Le attività da segnalare includono: l’affitto di beni immobili, la fornitura di servizi, la vendita di beni, l’affitto di qualsiasi mezzo di trasporto, investimenti e prestiti nell’ambito del crowdfunding. Le informazioni da raccogliere includeranno le generalità dei venditori, incluso il codice fiscale o il numero di partita Iva, oltre ai dettagli degli importi pagati in ogni trimestre. I venditori che si occupano di locazione di beni immobili saranno tenuti a fornire anche i dettagli sulle proprietà affittate. Le piattaforme potranno segnalare i dati a una sola autorità fiscale di uno stato membro, che a sua volta scambierà le informazioni con gli altri paesi Ue.
Oltre ad estendere alle piattaforme digitali l’applicazione dello scambio automatico di informazioni, si andrà a modificare una serie di disposizioni esistenti in materia.
In particolare, la proposta mira a migliorare la nozione di «prevedibile pertinenza delle informazioni». Ciò va a definire l’oggetto dello scambio d’informazioni che deve essere il più ampio possibile, ma allo stesso tempo non deve consentire agli stati membri di richiedere informazioni generiche o informazioni che non siano pertinenti alle questioni fiscali di un contribuente. Saranno quindi modificate le disposizioni relative ai controlli simultanei: sarà consentita la presenza di funzionari di uno stato membro durante un’indagine in un altro stato membro. Inoltre, la Dac7 inserisce disposizioni su come le autorità competenti di due o più stati membri possono effettuare controlli congiunti. La Commissione aggiornerà ulteriormente la Dac nel 2021 per ampliare il campo di applicazione della direttiva, con l’intenzione di allargare lo scambio automatico alle criptovalute e alla moneta elettronica.