Nel processo di digitalizzazione della moda, fortemente accelerato nel 2020 dalle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, l’azienda di informatica Microsoft ha scelto di intervenire concretamente a supporto della filiera, delle piccole medie imprese e dei grandi nomi del lusso in Italia. Lo ha fatto nell’ambito del suo piano di investimento da 1,5 miliardi di dollari (circa 1,26 miliardi di euro) dal nome Ambizione Italia #Digital restart, tramite il quale si impegna, per prossimi cinque anni, a offrire innovativi servizi cloud, a creare programmi di formazione digitale e reskilling, alla promozione della sostenibilità e di partnership locali per l’innovazione delle aziende italiane, con un occhio di riguardo proprio al settore moda. Secondo il terzo report sull’impatto del covid-19 di Confindustria moda il settore perderà 29 miliardi nel 2020 ed è proprio a questo valore che Microsoft ha cercato, dall’inizio del primo lockdown, di sopperire offrendo soluzioni concrete e investimenti mirati. In quello che Manolova, direttore della divisione Microsoft 365, definisce «il flagship del Made in Italy», la moda, Microsoft sta infatti investendo risorse che contribuiranno a realizzare infrastrutture come data center per essere più efficienti, distribuendo la tecnologia più avanzata per lo smart working, supportando le pmi, e sviluppando nuovi servizi di intelligenza artificiale applicati a settori come la moda. E se da un lato l’azienda ha già mostrato i primi passi del lavoro diretto con il fashion system, dopo l’annuncio del progetto Tramezza-Future of craft, che ha reso più coinvolgente l’esperienza di personalizzazione e acquisto online della calzatura maschile di Salvatore Ferragamo, dall’altro si prepara ad annunciare nuove partnership con marchi del lusso italiani. «Ci stanno stimolando nella ricerca di nuove formule esclusive che mettano in risalto la loro unicità e identità», ha anticipato Manolova. Che ha poi concluso nel suo intervento su Milano Finanza Fashion: «Nei tre mesi del primo lockdown abbiamo raggiunto livelli di digitalizzazione che avrebbero necessitato di circa due anni di lavoro ma è importante ora raggiungere livelli sempre più alti, che possano portare anche nella moda a una ripresa economico-sociale rilevante nel giro di pochi anni»
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